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Antonio, l’ultimo custode del paesino «Questa è casa mia, non la lascio»
La piazza dove sorge la chiesa di San Michele Arcangelo è deserta. Il borgo di Castiglione della Valle, frazione di Colledara, comune teramano ai piedi del Gran Sasso con circa duemila abitanti (di cui 122 ora sfollati), risulta abbandonato dal terremoto del 6 aprile 2009. Se non fosse per Antonio Di Luigi, classe 1930, l’unico residente rimasto, così testardo da rifiutare i continui inviti del nipote Manuele Tiberii (che è anche il sindaco di Colledara) ad abbandonare la zona rossa, questo sarebbe un paese fantasma, uno dei tanti dell’Abruzzo montano.
«Da Boston dico grazie al prof del liceo»
«Quando papà all’improvviso morì, la situazione si fece complicata dal punto di vista economico. E mia mamma, che già manteneva mio fratello all’università, pensò per me un futuro da parrucchiera visto che il lavoro nei campi sarebbe stato troppo duro. Ringrazio quel professore che insistette perché io potessi proseguire gli studi. Lo vorrei incontrare di nuovo, non so neanche dove sia». A rievocare i ricordi drammatici e belli della propria adolescenza è Gigliola Staffilani, 49 anni, figlia di una famiglia di contadini di Villa Rosa di Martinsicuro, un paesino della costa abruzzese al confine con le Marche. Oggi è professore ordinario di matematica pura al Mit di Boston, l’unica italiana ad insegnare una materia così complessa in uno dei sacri templi della scienza dei numeri.
Estratta viva dalle macerie all’Aquila «Così mi sono liberata della paura»
Il sorriso contrasta con l’immagine che tutti conoscono di lei, rimasta sotto le macerie dell’Aquila per 23 ore e riapparsa come un miracolo il 7 aprile 2009. Marta Valente oggi ha 30 anni, lavora come ingegnere gestionale nel consorzio di imprese che governa in Abruzzo il Polo di innovazione dell’agroalimentare e guarda con ottimismo al futuro. La sua vita è serena. Ha imparato a scacciare gli incubi che la perseguitavano e seguito un corso di formazione per diventare «coach motivazionale», il professionista che aiuta gli altri a superare ostacoli e paure.
Omicidio Jason, condannati il padre e la madre
Ergastolo per il padre, Denny Pruscino, 33 anni, e venticinque anni di reclusione per la madre Katia Reginella, 27 anni, entrambi originari del Teramano. La sentenza di primo grado per l’omicidio del piccolo Jason, il bimbo di soli due mesi scomparso nel mese di luglio del 2011 dall’abitazione dei genitori nei pressi di Folignano (Ascoli Piceno) e oggetto per mesi di disperate ed infruttuose ricerche (il corpicino non è mai stato ritrovato, di lui resta solo il fermo immagine di un video girato subito dopo la nascita), è stata emessa dai giudici della Corte di Assise di Macerata dopo sette ore e mezzo di camera di consiglio. La Corte ha riconosciuto a Katia Reginella, affetta da parziale vizio di mente, le attenuanti generiche con esclusione delle aggravanti.
Gabriele, il militante Dc irriducibile
Vade retro chi pensa che la Democrazia cristiana sia morta e sepolta. Come l’ultimo soldato giapponese, anche Gabriele Piermattei, 81 anni, vigile urbano in pensione, rifiuta l’idea di lasciare la postazione. Così ogni mattina, nel suo paese, Catignano, in provincia di Pescara, infila le chiavi nella toppa della sezione Dc di cui dal 1985 era segretario, entra e mette a posto scartoffie e cimeli. La sezione, che si trova in via Roma 16, all’interno di alcuni locali di proprietà della famiglia, è ferma a ventuno anni fa, cioè ai tempi della diaspora. La bandiera con lo scudo crociato, i ritagli de «Il Popolo» affissi al muro, il ritratto in bianco e nero di Alcide De Gasperi e non lontano la foto dello «zio Remo» Gaspari (sulla cui bara, in molti qui lo ricordano, Piermattei adagiò amorevolmente durante le esequie una storica bandiera della Dc risalente al 1946), i discorsi dei leader, la corrispondenza con i vertici del partito.
Caso Pavone, arrestato un impiegato di 49 anni
Fin da subito era stato sospettato, tanto che i carabinieri avevano indirizzato le indagini verso di lui già poche ore dopo il ferimento di Carlo Pavone, 43 anni, l’imprenditore informatico di Montesilvano colpito alla testa da un proiettile la sera del 30 ottobre mentre gettava la spazzatura sotto casa, in via De Gasperi. Vincenzo Gagliardi, 49 anni, impiegato al centro meccanografico delle Poste di Pescara, è stato arrestato ieri mattina dai militari mentre si trovava al lavoro e trasferito in carcere. Su di lui pende la grave accusa di tentato omicidio ai danni di Pavone. Lo avrebbe atteso sotto casa e gli avrebbe sparato da una distanza ravvicinata, non inferiore a 60 centimetri, dal basso verso l’alto.
Operai imprenditori salvano azienda che non li voleva
La sensazione, all’inizio, fu quella di saltare nel vuoto. Bersagliati dai commenti di chi giudicava un azzardo la decisione di lasciare il posto fisso e investire l’intera liquidazione nell’avvio di un’attività imprenditoriale.
Un’operazione ad alto rischio, portata avanti con il parere contrario delle rispettive famiglie, mogli comprese. Ma è storia di sedici anni fa, e appartiene ormai all’album dei ricordi, quella di Graziano Forcini e Peppino Barlafante, due amici prima ancora che due capitani d’azienda.
Nel 1998 smisero i panni di operai e si dimisero dalla Mta Service, azienda di Mosciano Sant’Angelo specializzata in componenti per gli impianti di scarico di automobili e tir, perché non si sentivano abbastanza valorizzati.
Pescara, famiglia si trova in valigia due chili di droga
Se avesse saputo che il marito portava con sé oltre due chili di marijuana del valore di venticinquemila euro, avrebbe perlomeno cacciato un urlo e trasmesso il panico all’intera famiglia. Invece, dopo aver notato che la valigia nera trasportata dal coniuge era lievemente diversa da quella a cui era abituata, si è limitata ad esternare i suoi dubbi agli altri e punto. Un attimo di esitazione e la coppia di Pescara, con due figli e suocera al seguito, ha pensato bene di tornare indietro sui propri passi e di comunicare il disguido all’autista e al personale della Di Carlo Bus di San Salvo, ditta che effettua il collegamento tra l’aeroporto di Fiumicino, la stazione Tiburtina di Roma e quella di Pescara. Solo in questo modo si è scoperto cosa nascondesse realmente il contenitore e sono scattate quindi le indagini che, però, ancora oggi, sono senza soluzione.
Aveva denunciato il comandante, vigilessa licenziata
Licenziata dopo aver denunciato il comandante della polizia municipale per violenza sessuale e mobbing. È accaduto a Teramo. La protagonista è una vigilessa con undici anni di servizio alle spalle nel corpo cittadino, a casa moglie e madre premurosa. Nell’autunno del 2012 decide di denunciare il suo superiore perché, tra le altre cose, l’avrebbe costretta a guardare un video hard nel suo ufficio (quello già in circolazione sul web che ritraeva la showgirl Belen) e avrebbe cercato di ottenere da lei un rapporto sessuale orale. Il comandante, Franco Zaina, si è sempre difeso dicendo che la vigilessa si è inventata tutto e che quel giorno addirittura non era andato al lavoro perché si era dovuto sottoporre in ospedale ad un piccolo intervento chirurgico.
L’uccellino raro che è migrato al contrario
Ha invertito la rotta e dalla Siberia centrale è arrivato in Abruzzo, dalle parti del laghetto artificiale di Vetoio (L’Aquila), invece che in Cina o magari in Indocina dove l’istinto avrebbe dovuto condurlo. Sta richiamando l’attenzione dei birdwatcher di mezza Italia un piccolo ma tenace esemplare di Luì di Pallas, un uccelletto migratore che per errore ha fatto la migrazione al contrario.
Un evento raro. In Europa, d’inverno, capita di vederlo qualche volta in Gran Bretagna. Ma in Italia si tratta del quindicesimo avvistamento in assoluto (il primo a Ventotene nel 1992 e l’ultimo a Marano Lagunare, in provincia di Udine, lo scorso aprile).