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«L’Abruzzo non è più corrotto del resto d’Italia»
A L’Aquila, quando incontriamo Nicola Trifuoggi, c’è una fastidiosa pioggerellina che non consente neanche a chi è munito di ombrello di ripararsi.
È una sensazione per certi versi simile, ci viene da pensare, a quella di chi vorrebbe liberarsi da un incubo che invece gli sta sempre addosso e non lo fa respirare.
L’incubo vissuto da una città che, il 6 aprile 2009, si è vista crollare addosso non solo i muri delle case ma il diritto a un’esistenza normale. Il confronto con l’ex procuratore avalla i nostri pensieri.
Chiodi su ripresa, sanità, rifiuti e inchieste
Di seguito l’intervista rilasciata dal presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, al magazine “Unindustria” di Confindustria Teramo e pubblicata nel numero di febbraio in corso di distribuzione.
Presidente Chiodi, lei propone un Patto per l’Abruzzo: è più alto il sacrificio che chiede al sistema produttivo o il beneficio che promette?
«Il Patto per l’Abruzzo è lo strumento che è nato per contribuire alla ripresa dello sviluppo in questa regione. Questa è l’idea che abbiamo del Patto e su questa impostazione intendiamo andare avanti…» Continua la lettura »
«Ricostruzione e macerie andranno di pari passo»
Ricostruzione e macerie andranno di pari passo. Man mano che la ricostruzione andrà avanti e sarà completata, e questo non potrà accadere prima di dieci anni, il problema delle macerie sarà risolto. A sostenerlo è il presidente della Regione Abruzzo e commissario governativo per la ricostruzione, Gianni Chiodi.
– Presidente, gli aquilani si lamentano del fatto che la ricostruzione non è iniziata.
“La ricostruzione è partita. Ci sono dodicimila cantieri a L’Aquila e undicimila persone che sono rientrate nella proprie abitazioni. Anche la ricostruzione pubblica è partita, con ottanta cantieri già attivati. Se si fa il confronto con altri terremoti, come quello in Friuli, dove la ricostruzione è iniziata dopo quattro anni, siamo in anticipo. Per quanto riguarda i centri storici, la ricostruzione spetta ai Comuni che devono redigere i relativi piani. Attribuire al Governo e al commissario una responsabilità su questo punto, è fuorviante. Abbiamo le risorse necessarie, per la ricostruzione abbiamo a disposizione due miliardi e mezzo di euro liquidi e un miliardo e mezzo in arrivo il prossimo anno dal Cipe. L’ultimo problema sono i soldi”.