Archivio per il 2014
Chiarini, 120 opere d’avanguardia
Sono oltre 120 le opere di Alberto Chiarini in mostra per la prima antologica con cui la città di Teramo rende omaggio all’artista teramano scomparso prematuramente 26 anni fa. Un vero e proprio racconto attraverso dipinti, grafiche e immagini provenienti da istituzioni, collezioni private e dalla stessa famiglia, che raccoglie per intero l’intenso percorso artistico ed umano di Chiarini: dalle prime originali sperimentazioni durante il periodo dell’Accademia delle Belle Arti, a Roma, al sodalizio artistico con Guido Montauti e l’avanguardia del gruppo “Il Pastore Bianco” negli anni Sessanta fino al realismo lirico della maturità. L’antologica “Alberto Chiarini (1958-1988)”, presentata questa mattina in anteprima alla stampa, sarà inaugurata al pubblico alle 18.30 e resterà aperta fino al 25 gennaio 2015 negli spazi della Pinacoteca Civica di Teramo (viale G. Bovio) che, per l’occasione, sarà interamente dedicata alle opere dell’artista.
L’avvocato “velista” che gareggia solo in serie A
Non è Sergio Valente il parrucchiere delle dive, scherza lui, ma Sergio Quirino Valente. Avvocato di quarta generazione: padre avvocato, nonno idem, persino il bisnonno esercitava la professione. “Avvocato velista” si definisce, ma è sempre la sua vena ironica a farla da padrone. Grande organizzatore, ha tre passioni fondamentali: la legge (di cui vive), lo sport e la musica.
Sergio Quirino Valente, iniziamo dall’uomo di legge. Come è diventato avvocato?
«Devo dirle la verità: nella mia testa non dovevo fare l’avvocato. Mio padre, per sua passione, mi aveva indirizzato verso due strade: la musica e gli studi di giurisprudenza. Così mi diplomai in pianoforte e mi laureai in legge. Ma la mia vita era la musica. E io onestamente pensavo che avrei fatto il musicista. A venticinque anni, però, mio padre morì e la mia vita cambiò. Rimasi con mio zio, anche lui avvocato. Ma sentii ugualmente una grande responsabilità sulle spalle. Era il 1980. Da lì è iniziata la mia carriera».
Di Muzio e il Teatro stabile d’Abruzzo
Quali sono le radici del Tsa? Chi furono i fondatori? Quanto è stato determinante il ruolo della politica nella nascita del Tsa? I politici si sono serviti del teatro o gli uomini di teatro si sono serviti della politica? Perché Antonio Calenda abbandonò lo Stabile aquilano? Quanto durarono gli anni d’oro e quanto costarono? Le altre istituzioni culturali hanno beneficiato del ruolo del Tsa? Quando è iniziata la decadenza? È possibile rialzarsi e risorgere oppure dopo 51 anni il Tsa si trova a un fatidico bivio? A queste domande cerca di rispondere il libro “Il Teatro stabile d’Abruzzo. Tra Storia e Cronaca”, in uscita per i tipi di Ricerche&Redazioni, l’opera con cui il giornalista Antonio Di Muzio traccia la storia del Tsa, massimo ente teatrale regionale e fiore all’occhiello della cultura in Abruzzo e in Italia.
Favole in ambulatorio con Andrea Satta
Sabato 6 dicembre ad Isola del Gran Sasso (ore 17, PalaIsola – Terminal) e domenica 7 dicembre a Mosciano Sant’Angelo (ore 17, Sala Consiliare) si terrà l’incontro con Andrea Satta, autore di “Ci sarà una volta. Favole e mamme in ambulatorio”. Andrea Satta è scrittore, giornalista, musicista (è la voce del gruppo Têtes de Bois) e pediatra. Un giorno la mamma di uno dei suoi pazienti – una mamma straniera, che vive nella multietnica periferia romana in cui il medico lavora – gli disse di non avere amici nel suo quartiere. L’unico posto in cui poter fare due chiacchiere con le altre mamme era proprio l’ambulatorio pediatrico. Fu così che il dottore ebbe un’idea straordinaria: una volta al mese le mamme, con i loro bambini, si incontrano nel suo ambulatorio per raccontarsi le favole della propria infanzia. Attraverso le favole, fanno amicizia.
Chionchio, l’handball e quell’occasione sprecata
Qualche anno fa, a Milano, davanti a una gigantesca cotoletta, un collega mi disse: «Ah, sei di Teramo… Che fa ora il grande Chionchio?». Non sapevo rispondere e mi vergognai un po’. Non mi sono mai occupato molto di sport (basket a parte) e conoscevo solo di nome Franco Chionchio. Colpa mia. I giornalisti dovrebbero sapere tutto o quasi della propria città, osservarla in ogni sua espressione e conoscerne la storia. Nascosi l’umiliazione dietro l’orgoglio per il fatto che lui, Chionchio, avesse portato il nome di Teramo molto al di fuori dei confini regionali. Il collega, che allora dirigeva la redazione milanese di La7, mi parlò della sua ammirazione per l’ex capitano (e futuro allenatore) della Nazionale italiana di pallamano. È trascorso un po’ di tempo, credo di dovere questa intervista all’uomo e, forse, anche al giocatore.
«Il vino era il sogno di mio padre, io l’ho realizzato»
«Rigeneravo ganasce usate che poi vendevo alle officine meccaniche», racconta Nicola Di Sipio nella pace della sua tenuta, un’oasi di verde poco sotto Ripa Teatina, tra Chieti e Pescara. Da qui si vede anche il mare, una bellezza. Il futuro imprenditore parla di quando aveva 29 anni, un diploma di perito tecnico industriale in tasca e tanta determinazione. Cercava un lavoro, il “suo” lavoro. Non immaginava, Nicola, figlio di un mezzadro, dove sarebbe arrivato. E soprattutto che, a metà del percorso, i successi imprenditoriali gli avrebbero consentito di realizzare anche i sogni del padre: acquistare la tenuta dove lavoravano insieme e farne un gioiellino capace di produrre e vendere vini di qualità anche all’estero.
Chiarini “Prima del film” con Bellocchio, Virzì e Scola
Sarà presentato all’interno della sezione Wired Next Cinema, nell’ambito della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il documentario “Prima del film”, diretto a quattro mani da Mario Sesti e Marco Chiarini (regista de “L’uomo Fiammifero” e del corto “Omero bello-di-nonna”), con interviste a registi quali Marco Bellocchio, Paolo Virzì, Ettore Scola, ma anche a giornalisti quali Alessandra Mammì e Marco Giusti.
Prodotto da Cineforum Teramo, Mama Studio e Naca Arte, il documentario sarà presentato – a ingresso gratuito – giovedì 23 ottobre, alle ore 18, presso l’Auditorium del MAXXI (via Guido Reni, 4). A seguire, è previsto un incontro pubblico moderato da Mario Sesti con con Marco Bellocchio, Paolo Virzì ed Ettore Scola.
Ripoli, per il “Diritto alla Bellezza” c’è il British Museum
Il Parco Archeologico di Ripoli ospiterà, da venerdì 24 a sabato 25 ottobre, a Corropoli (Teramo) la conferenza internazionale “Diritto alla Bellezza”, dedicata alla protezione e alla valorizzazione del patrimonio culturale, ideata e organizzata da Italico Centro di ricerca per fare, conservare e valorizzare l’Arte (onlus) e dall’Università degli Studi di Teramo.
L’iniziativa, che ha ottenuto l’adesione del Presidente della Repubblica, si svolge sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, dell’Accademia di Scienze della Repubblica di Albania, della Regione Abruzzo, della Provincia di Teramo e dell’Unione dei Comuni Città Territorio Val Vibrata ed è stata organizzata in collaborazione con il British Museum, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e il Comune di Corropoli.
L’architettura è un sogno grande ventimila metri quadri
Lo confesso : non conoscevo Alessandro Spitilli (in verità conosco da sempre suo fratello Gianfranco, l’antropologo) e non sapevo che, nella cerchia non troppo ampia degli architetti italiani che si stanno facendo notare in Francia a fianco di grandi progettisti, c’è anche lui.
Alessando è preciso, per lui le parole valgono il significato che valgono. E servono a chi le pronuncia per non tralasciare nulla di sè, anche se costrette nella necessaria e sintetica economia di un servizio giornalistico. Considerate dunque la conversazione che segue una specie di autointervista coordinata alla meglio da chi scrive.
Sos trapianti in Abruzzo e Molise
Migliorare la rete di assistenza ai pazienti sottoposti a dialisi e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della donazione degli organi. Sono le priorità sulle quali in Abruzzo l’Aned – Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto – punta affinché siano ottimizzate le risorse disponibili e, conseguentemente, elevata sempre di più la qualità delle cure delle persone nefropatiche.
L’associazione lancia inoltre un appello alle istituzioni e alla comunità abruzzese affinché cresca il consenso alla donazione di organi, un problema poco conosciuto e spesso sottovalutato. Basti pensare che nel 2014, si sono finora registrate solo 21 donazioni effettive in Abruzzo e Molise.