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L’Aquila, il sindaco Cialente ritira le dimissioni

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Cialente e Trifuoggi in conferenza stampa

«Ripartiamo con orgoglio e senso di responsabilità. Si apre una fase completamente nuova». Massimo Cialente ha ritirato le dimissioni da sindaco dell’Aquila. La decisione, già nell’aria da giorni, ora è ufficiale. Tuttavia, per evitare che qualcuno dica che ama scherzare e prendersi gioco della città, Cialente ha accompagnato l’annuncio con i fuochi d’artificio. Giunta rinnovata con l’ingresso in qualità di vice sindaco di un super consulente, Nicola Trifuoggi, già procuratore della Repubblica a L’Aquila e Pescara. All’ex magistrato in pensione, uno dei pretori che nel 1984 oscurarono le tv Fininvest e protagonista dell’inchiesta costata nel 2008 gli arresti all’ex governatore abruzzese Ottaviano Del Turco, il sindaco ha affidato la delega alla trasparenza e alla legalità oltre che alla centrale unica di committenza per tutti gli appalti.

Lavorerà gratis per restituire dignità all’immagine dell’Aquila e per «scovare eventuali errori ed evitare che si ripetano». «Lo faccio – ha sottolineato Trifuoggi – perché penso all’onestà di questa amministrazione e perché L’Aquila è una città di persone perbene e non di speculatori come è stata rappresentata».

ROTAZIONE – Non entra, invece, come invece annunciato nei corridoi del comune, l’ex deputato e dirigente del Pd Giovanni Lolli, fino all’annuncio candidato sindaco in pectore per l’eventuale dopo-Cialente. Novità dovrebbero annunciarsi pure nella gestione amministrativa con il via libera alla rotazione di numerosi funzionari e dirigenti. Come a voler assestare un calcio alla tristezza calata su palazzo di città dopo gli avvisi di garanzia dell’inchiesta «Do ut des», che hanno coinvolto, per presunte tangenti legate alla ricostruzione del dopo terremoto, volti noti tra amministratori e politici (i quattro indagati agli arresti domiciliari sono peraltro tornati in libertà ieri con 48 ore di anticipo). Una bufera che ha costretto alle dimissioni, prima di Cialente, il vice sindaco Roberto Riga, destinatario di un avviso di garanzia ma non della misura cautelare.

ANNUNCIO – L’annuncio del ritiro delle dimissioni è stato dato nella conferenza stampa convocata in Comune dal vice sindaco, Betty Leone, che lascia il posto a Trifuoggi cedendogli la delega alla trasparenza e mantenendo quelle alla cultura e al personale. Fuori un gruppetto di cittadini contestava il ripensamento del sindaco, il quale ha spiegato ai giornalisti di aver accettato di tornare dopo le richieste del centrosinistra (che lo sostiene nella guida della città) e di tanti sostenitori. «Ho ricevuto una manifestazione di affetto inaspettata – ha detto – che in qualche modo ha spazzato via la sensazione di disorientamento provocata dagli attacchi contro questa città. Non permetteremo a nessuno di lavarsi la coscienza con il nostro sangue». E ancora: «Non stiamo approfittando della solidarietà degli italiani e non siamo dei magna-magna. Questo è il terremoto che costa di meno al Paese, grazie ai nostri sforzi stiamo risparmiando un milione di euro al mese».

Un momento della conferenza stampa

APPELLO – Un appello, quello a ritirare le dimissioni, scaturito con forza nell’assemblea pubblica di sabato scorso, nel corso della quale la senatrice Stefania Pezzopane si era lasciata sfuggire la frase «Sterminiamoli», corretta dopo le polemiche nel non meno morbido «Asfaltiamoli» all’indirizzo del centrodestra. Il tutto in un clima che, a dispetto della distruzione che ancora si respira a L’Aquila, è galvanizzato dalla contrapposizione politica in atto in vista delle elezioni amministrative del 25 maggio. Il sindaco, non indagato, avrebbe avuto il tempo di ripensarci fino al 31 gennaio. Tuttavia, le pressioni dei suoi sostenitori e la necessità di recuperare un dialogo con il governo dopo lo scontro con il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, il quale aveva detto che « il governo non è un bancomat di Cialente», hanno accelerato la sua decisione.

OBIETTIVO – L’obiettivo è far partire un nuovo percorso che vada in due direzioni: maggiori controlli nella ricostruzione privata (serve ancora un miliardo di euro l’anno per cinque anni solo per il cuore della città) e maggiore sostegno alle prospettive di rinascita della città. Annunciato anche un giro di consultazioni (saranno ascoltate le forze sociali, l’università, i sindaci del «cratere») e l’incontro con il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. In città il fronte anti-Cialente, anche attraverso manifestazioni pubbliche, aveva chiesto al sindaco di non tornare sui suoi passi. Giorgio De Matteis, consigliere di opposizione ed ex candidato sindaco dell’Aquila, continua a minacciare la richiesta di dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali per far cadere l’amministrazione. «Cialente deve mantenere la decisione di dimettersi, se non ci saranno situazioni nuove L’Aquila è destinata a scomparire. Altrimenti metteremo in faccia le nostre dimissioni firmate a lui e alla sua maggioranza e chiederemo loro di fare altrettanto». Intanto è accolta con un sospiro di sollievo la notizia che la Commissione europea ha «assolto» il progetto Case, smentendo di fatto la relazione dell’europarlamentare Soren Sondergaard che contestava la realizzazione dei 4.500 alloggi antisismici del progetto. Non ci sarebbe alcuna ragione, insomma, per cui l’Italia debba restituire gli importi ricevuti dal Fondo di solidarietà per il terremoto in Abruzzo. L’Aquila, per un giorno, è tornata a sperare.

Nicola Catenaro
Da Corriere.it del 22 gennaio 2014
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di Nicola Catenaro

giovedì 23 Gennaio 2014 alle 0:27

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