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L’artigiano «distratto» che evade le tasse

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La Ferrari sequestrata all'idraulico

Un sistema semplice ma efficace per eludere i controlli: ai clienti fatturava 100, poi toglieva uno zero e registrava la fattura con l’importo «ridotto» di 10. In questo modo un idraulico cinquantenne di Pescara, titolare di una ditta specializzata in impiantistica, è riuscito a evadere il fisco per cinque anni. Il trucchetto, abilmente applicato a partire dal 2007, è stato svelato dai finanzieri del comando provinciale di Pescara, guidati dal colonnello Mauro Odorisio, i quali hanno denunciato l’artigiano e gli hanno sequestrato tre immobili, una trentina fra conti correnti e titoli ed una Ferrari per la somma complessiva di un milione di euro.

Solo in seguito ad una serie di controlli accurati, la Guardia di Finanza ha scoperto che l’idraulico «dimenticava» di dichiarare ricavi anche di notevole entità. Lo stratagemma della doppia contabilità gli ha consentito di arricchirsi in pochi anni anche perchè, oltre a dichiarare somme nettamente inferiori, nascondeva o eliminava parte dei documenti fiscali utili alla ricostruzione del reale volume d’affari. Il tutto salvando le apparenze e continuando a presentarsi come «modesto» contribuente. Un idraulico che lavora, sì, ma non così tanto.

Riducendosi la tassazione di uno zero, ha accumulato una fortuna. Soldi che ha sempre investito a nome dei propri familiari in prodotti finanziari e assicurativi e che forniva a garanzia dei conti correnti dell’azienda perennemente in rosso. Le indagini delle Fiamme Gialle di Pescara – il cui nucleo di polizia tributaria è coordinato dal tenente colonnello Roberto Di Mascio – si sono concluse a febbraio e hanno consentito di recuperare le imposte evase anche grazie all’applicazione di una norma introdotta dalla Legge finanziaria del 2008. La norma estende ai reati fiscali la cosiddetta «confisca per equivalente» sul profitto del reato, vale a dire l’imposta evasa ed illecitamente risparmiata perché non versata allo Stato.

Nicola Catenaro

Pubblicato il 4 maggio 2012 su Corriere.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Nicola Catenaro

venerdì 04 Maggio 2012 alle 19:35

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