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Castelli, la comunità buddista: «Caro sindaco, sbagli»

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Il centro della Fondazione Avalokita a Castelli

Riceviamo e pubblichiamo una nota del presidente della Fondazione Avalokita, Stefano Carboni, sulla vicenda della licenza edilizia “negata” alla comunità buddista di Castelli. 

A seguito di un gran numero di interviste, articoli e interventi usciti sui mezzi di comunicazione negli ultimi giorni relativi al rilascio di una licenza edilizia da parte dell’Amministrazione comunale di Castelli (Teramo) alla Fondazione Avalokita, del quale l’attuale Sindaco di Castelli dott. Enzo De Rosa afferma essere in dubbio la legalità, avendo rilevato interpretazioni e affermazioni imprecise o erronee in svariate fonti, desideriamo precisare quanto segue:

– Il progetto di costruzione di un Centro di meditazione e vita consapevole, nella tradizione buddhista insegnata dal candidato Nobel per la Pace Thich Nhat Hanh….

…, con una piccola Comunità residente laica, nel quale tenere ritiri di meditazione e seminari di carattere spirituale – rivolti a cittadini di ogni credo religioso, famiglie, insegnanti, operatori della sanità, ecc. – ha ricevuto il sostegno e l’apprezzamento delle autorità Provinciali e Regionali Abruzzesi, oltre che della precedente Amministrazione Comunale di Castelli. Le persone che già risiedono in zona e che hanno curato la realizzazione delle prime fasi di questo progetto hanno finora stabilito con la popolazione locale rapporti di grande cordialità e collaborazione.

– La Fondazione Avalokita (registrata presso la Prefettura di Teramo e riconosciuta “di interesse nazionale”) si sta muovendo nel rispetto di una Variante al Piano Regolatore approvata dalla precedente Amministrazione dopo due consultazioni pubbliche con la popolazione locale, durante le quali ognuno ha potuto esprimere domande, progetti e intenzioni.

– Secondo le affermazioni del Sindaco di Castelli, la Variante in questione avrebbe reso da “agricola” a “edificabile” liberamente e senza vincoli l’intera superficie di 62.700 mq di terreno di proprietà della Fondazione, con grande vantaggio della medesima per il plusvalore commerciale acquisito. La Variante in questione invece ne concede l’edificabilità con specifici vincoli, quantitativi (indice massimo di copertura 15%, indice di fabbricabilità territoriale di 0,20 mc/mq) e di destinazione d’uso (per servizi collettivi di interesse culturale, esclusa ogni impresa di carattere commerciale), tali da incrementarne il valore commerciale in misura molto più limitata del “milione e mezzo di euro” dichiarato dal Sindaco, misura già quantificata dal Comune in base ai parametri di legge.

– In conseguenza della propria valutazione il Sindaco rivendica per il Comune il diritto a ricevere il contributo straordinario di compensazione del plusvalore pari a € 375.000. La Variante prevede invece un contributo (per l’inizio della seconda fase del progetto, non alla fine, come afferma il sig. Sindaco) identificato nella realizzazione di un edificio pubblico polivalente per attività sociali e aggregative della zona, su terreno messo a disposizione dal Comune (e non “il semplice uso gratuito di una sala per riunioni o meditazione” come afferma il Sig. Sindaco) del valore stabilito di € 80.000, oppure nel versamento della corrispettiva somma (rivalutata secondo gli indici ISTAT).

– Sulla base di queste considerazioni nello scorso giugno il Sindaco dott. De Rosa sospendeva il rilascio della concessione per l’edificazione di due piccole case in legno (per complessivi 140 mq, destinate ad abitazioni per i residenti, attualmente in affitto) in autocostruzione, a basso impatto ambientale, che facevano parte della prima fase del progetti, per le quali erano già stati versati gli oneri di concessione e urbanizzazione. A seguito del ricorso della Fondazione, la sospensione è stata revocata in dicembre dal Commissario ad acta nominato dalla Provincia.

– La somma versata come oneri (€ 3.978,57) era stata calcolata dal Comune nella misura di 3,5 volte la tariffa ordinaria, proprio a titolo di contributo straordinario destinato a calmierare la rendita fondiaria generata dalla Variante. Non risponde a verità, dunque, che la Fondazione non abbia finora versato nulla al Comune come contropartita del vantaggio generato dalla Variante.

– La Fondazione Avalokita è consapevole di aver agito sempre alla luce del sole. Si è arrivati all’approvazione della Variante con un rapporto dialettico trasparente con il Comune e la popolazione locale, fondato su principi di legalità nella piena salvaguardia degli interessi pubblici, e la medesima è stata sottoposta al parere ed alle osservazioni degli Enti istituzionalmente interessati (Provincia, Regione, Soprintendenze, ecc. ). Ogni affermazione su “interessi finanziari poco chiari” e “interessi sotterranei”, e insinuazioni come “c’è sotto il marcio” espresse da parte del Sindaco De Rosa su Facebook e in interviste a organi di stampa non hanno fondamento né prove documentali su cui basarsi; se venissero espresse in sede giudiziaria non avremmo difficoltà a dimostrarne l’infondatezza.

– Non si capisce a quale titolo il sig. Sindaco, in una nota emessa il 15.1 dalla sua Segreteria, affermi che “l’area, storicamente agricola e in parte già destinata a verde pubblico, può essere ritenuta bene collettivo facente parte del paesaggio, del verde e dell’ambiente montano di Castelli”, quando si tratta di un terreno privato, regolarmente acquistato da un privato. Certamente l’area continua a “far parte del paesaggio, del verde e dell’ambiente montano di Castelli”, e anzi ne ha ricavato sensibili migliorie: il restauro dell’edificio principale, le opere di sistemazione a giardino del terreno circostante, la cura del terreno (abbandonato da decenni) con canali di drenaggio delle acque, aratura profonda e semina del manto erboso con misture locali. Parte del terreno è ora affittato a un allevatore del posto, come pascolo per le pecore.

– Il sig. Sindaco respinge l’addebito di fare discriminazioni su base religiosa, ma le sue affermazioni non sono altrimenti interpretabili. Su questo preferiamo non esprimerci ulteriormente. Specifichiamo, comunque, che non ci viene “negata l’edificazione di un edificio di culto” e che non è coinvolta alcuna “comunità straniera”, come erroneamente indicato in alcuni articoli. Siamo grati a quanti ci stanno esprimendo solidarietà, e allo stesso tempo chiediamo che non venga travisata la realtà dei fatti.

– Siamo sinceramente dispiaciuti delle dimensioni che ha preso la vicenda sugli organi di informazioni e in rete, e intendiamo da parte nostra non alimentarla ulteriormente, ma non possiamo non rettificare quanto di non veritiero si sta diffondendo nell’opinione pubblica.

Castelli, 20-1-2013
Stefano Carboni
(Presidente Fondazione Avalokita)
www.avalokita.it
fondazione@avalokita.it
Villa Rossi, Castelli (TE)

 

I fondatori del centro Avalokita

di Redazione

domenica 20 Gennaio 2013 alle 18:28

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Pubblicato in Cronache

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