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La normalità di una favola straordinaria

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Paola e Giacomo sposi (foto di Sergio Pancaldi)

Paola e Giacomo sono una bella coppia “normale” di novelli sposi che si sono giurati eterna fedeltà dinanzi all’altare del santuario della Madonna di Loreto. Il loro è stato il classico colpo di fulmine, scoccato mentre prestavano attività di volontariato per l’associazione Rio de Oro che assiste i saharawi, popolazioni nomadi del Sahara occidentale, facendosi carico, in modo particolare, dell’assistenza ai bambini disabili.

In questa attività straordinaria, nei ritagli di tempo libero, erano quindi impegnati Paola e Giacomo quando si sono conosciuti, anzi “ri-conosciuti”, come dicono loro, perché la prima cosa che li ha colpiti è stato un profondo e reciproco senso di familiarità, l’impressione di conoscersi da sempre.

Giacomo, arrivato a 44 anni, confessa che si era perfettamente abituato al suo stato di “singletudine” e non si aspettava di certo che il ciclone Paola irrompesse improvviso e su una sedia a rotelle nella sua vita. Lei è, infatti, una bella e solare giovane donna di 32 anni, che ha perduto da quattro l’uso delle gambe, a causa di una subdola malattia degenerativa, che è la sclerosi multipla.

Un fardello pesante con cui convivere quotidianamente, che la accompagna da quando era appena un’adolescente. Eppure Paola, nonostante le ovvie difficoltà, ha continuato una vita normale, a recarsi tutti i giorni al lavoro e persino a prendersi cura degli altri, attraverso le attività di volontaria dell’associazione. Tra l’altro, è anche mamma “adottiva” a distanza di un bimbo sordomuto di nome Said. Amore a priva vista, quindi, che li ha portati nel giro di qualche mese ad iniziare una convivenza e poi a pensare sempre più compiutamente ad uno stabile progetto di vita a due.

Il loro matrimonio è stata una piccola cerimonia perfetta, svoltasi alla presenza di una novantina in tutto tra parenti e amici, organizzata in appena sei mesi. Neanche a dirlo, grande commozione tra i partecipanti, soprattutto alle toccanti parole di padre Marzio, rettore del Santuario, che ha ricordato nella sua omelia come “il matrimonio sia un vincolo fondato non sulla convenienza, ma soprattutto sulla volontà di impegnarsi e prendersi cura dell’altro”.

E questa volontà è ben presente in Giacomo e Paola, che come qualsiasi altra coppia, coltivano tanti sogni e progetti: un viaggio, magari in Svizzera, dov’è nato e ha trascorso la primissima infanzia lui, originario di Morro d’Oro; comprare una casa con minori barriere architettoniche; trovare una nuova terapia meno invasiva e più efficace per contrastare il decorso della malattia di Paola e consentirle un’adeguata qualità della vita e, infine, il desiderio più grande, quello di un figlio, che coroni il loro amore e il loro desiderio di famiglia, di una vita “normale”.

Non resta che concludere con un “e vissero felici e contenti…”; in questa storia il lieto fine ci sta tutto perché, oltre che un’indimenticabile lezione di ottimismo, coraggio e fiducia, quella di Paola e Giacomo è proprio una bella favola.

Sara De Santis

di Sara De Santis

venerdì 14 Gennaio 2011 alle 11:06

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