Archivio per la categoria ‘Cronache’
Storia triste (con casuale lieto fine) di Abraham
Storieabruzzesi.it si è occupato della storia di Abraham, nigeriano, malato, tre dialisi alla settimana dallo scorso maggio, il quale si guadagna da vivere vendendo strofinacci e calze in giro tra Pescara e Chieti.
Nonostante sia invalido al 100%, come da accertamento della Asl, Abraham non ha una pensione. L’Inps di Atri ha infatti rigettato la richiesta perché non ha il permesso di soggiorno di lungo periodo. Abraham avrebbe bisogno di guadagnare almeno 15 mila euro l’anno, ma con la malattia che ha (anche volendo) non ce la farebbe a lavorare né qualcuno lo prenderebbe facilmente dovendosi assentare almeno tre volte alla settimana.
L’Aquila, da libro nasce premio. Per non dimenticare
L’Associazione vittime universitarie del sisma aveva un sogno. Investire una somma per premiare la migliore tesi sulla prevenzione sismica nelle facoltà di tutta Italia. L’idea è stata sposata dall’Ordine nazionale dei Geologi e sarà realizzata grazie ad un libro, “Macerie dentro e fuori”, del giornalista Rai Umberto Braccili. Ecco il comunicato dell’Ordine dei geologi.
Il 22 febbraio, alle ore 10,30, presso l’aula “Monroy” del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM) di Palermo, sarà presentato il premio di laurea ideato dall’ ”Associazione Vittime Universitarie Sisma”, dal “Consiglio Nazionale dei Geologi” e dalla “Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi”.
Casa dello studente, condannati quattro tecnici
«È stata fatta giustizia. Il processo ha accertato che il crollo è avvenuto a causa di una colpa umana e non per il terremoto. Oggi sappiamo che la responsabilità è di chi non ha saputo tutelare gli studenti ospitati nell’edificio». È il commento dell’avvocato Wania Della Vigna, legale di quattro dei ragazzi sopravvissuti al crollo della Casa dello studente, in via XX Settembre, a l’Aquila, uno dei luoghi-simbolo della maxi-inchiesta sul terremoto del 6 aprile 2009, dopo la lettura della sentenza che ha inflitto per quei fatti tre condanne a quattro anni di reclusione e una condanna a due anni e sei mesi.
È stato questo il verdetto emesso dal Gup del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Grieco, per il crollo dell’edificio che causò la morte di otto ragazzi e il ferimento di altri 19.
Laturo e il sogno dell’ecovillaggio senza strada
Storieabruzzesi.it vi segnala il caso di Laturo, un borgo abbandonato (come tanti) nel comune di Valle Castellana, in una una zona sperduta fra Marche e Abruzzo. L’ultima famiglia abbandonò il villaggio alla fine degli anni Settanta. Ora un gruppo di ambientalisti, capitanati da un insegnante di ginnastica con la passione per l’escursionismo, ha deciso di riportarlo alla vita per farne un ecovillaggio senza strada, forse il primo in Italia di questo genere.
L’obiettivo è salvare le case, ormai in rovina, e la piccola chiesa, oltre ai resti di un’architettura antica (come i classici gafii, balconi di origine longobarda).
Sono già due anni che il gruppo di amici festeggia il Natale nel borgo abbandonato.
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Uno “scièf” abruzzese a Philadelphia
Si è fatto carico di una buona causa il ristoratore di Mosciano Sant’Angelo Gabriele Marrangoni, patron e “scièf” (come ama scherzosamente definirsi) della country house Borgo Spoltino: il 27 gennaio 2013 ha cucinato abruzzese per i 300 partecipanti al Galà Abruzzo & Molise organizzato dall’associazione Italian American Spirit a Philadelphia.
La serata, organizzata nella maestosa cornice dei Franklin Apartments dal presidente dell’associazione Franco J. Costanzo, aveva un doppio scopo benefico: il ricavato è stato devoluto in parte al Centro Oncologico dell’ospedale pediatrico di Philadelphia (Cancer Center of the Children’s hospital of Philadelphia) e in parte alla Diocesi di Termoli-Larino per il progetto “Ricostruire la speranza” che ricorda le piccole vittime del sisma di dieci anni fa nel paese di San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso.
Licenziata per un panino, il giudice le dà torto
Licenziata in tronco per aver mangiato un panino preparato con prodotti prelevati dallo scaffale durante l’orario di servizio. Il giudice del lavoro ha dato ragione all’azienda e così una donna di cinquant’anni, sposata e con figli, impiegata in un supermercato di Giulianova (Teramo), ha perso per ora la speranza di riottenere il posto di lavoro che occupava da quattordici anni con mansioni di addetta alle vendite. A respingere il ricorso presentato dai suoi avvocati, Gabriele Rapali e Sigmar Frattarelli, è stato il giudice del lavoro del tribunale di Teramo, Alessandro Verrico.
Diario di Alberto: dissi no e diventai un numero
“Ufficiale di Artiglieria teramano, partecipò alla Campagna di guerra in Croazia e dopo l’8 settembre 1943 non accettando la collaborazione con i tedeschi, fu arrestato dai nazisti e tradotto in Germania con il numero 63313. Recluso in vari campi di concentramento come quello di Wietzendorf dove incontrò vari teramani (tra cui Carino Gambacorta successivamente Sindaco di Teramo) prima del suo trasferimento nel campo di “rieducazione al lavoro” di Unterluss, nei pressi di Amburgo, lasciò il diario che era parte della sua vita ai suoi compagni di prigionia che lo custodirono.
Il diario fu riportato da Ezio Di Curzio alla moglie Rosina. Le sua pagine racchiudono tutta l’angoscia di un uomo che continuò a sperare fino alla fine nella libertà. Morì a seguito di torture e vessazioni il 4 aprile 1945. Il diario della Prigionia “Cara Rosina” è stato edito dall’Istituto Abruzzese per la Storia d’Italia dal fascismo alla resistenza.” Questa la biografia di Aberto Pepe, Medaglia d’Argento alla memoria.
Si gioca un patrimonio per sfuggire al Parkinson
Gratta e vinci, videopoker, Lotto e Superenalotto, scommesse sportive e slot machine. Mario S., pensionato romano di 72 anni, ex operatore della Rai addetto al montaggio, vedovo e affetto da morbo di Parkinson, in quattro anni ha tentato la sorte in ogni modo. Ha buttato al vento quasi centomila euro. Poi, per pagare i debiti, ha messo in vendita la casa. Ha smesso di giocare così come aveva iniziato, improvvisamente, dopo aver interrotto l’assunzione di un farmaco contro il Parkinson a base di pramipexolo. Sarebbe stato proprio il medicinale – dicono i suoi legali – a farlo diventare un giocatore d’azzardo patologico.
La disavventura ha segnato profondamente Mario. Il rapporto con la donna che amava è finito, così come la sua vita sociale a Tagliacozzo, in provincia dell’Aquila, dove si era trasferito dopo la pensione. Oggi risiede a Roma con la figlia e il genero. Ha intentato una causa contro la ditta che produce il farmaco e i medici della Asl che glielo hanno prescritto (i quali, chiamati in causa, hanno respinto ogni addebito). Da più di tre anni attende che il giudice si pronunci.
Castelli, la comunità buddista: «Caro sindaco, sbagli»
Riceviamo e pubblichiamo una nota del presidente della Fondazione Avalokita, Stefano Carboni, sulla vicenda della licenza edilizia “negata” alla comunità buddista di Castelli.
A seguito di un gran numero di interviste, articoli e interventi usciti sui mezzi di comunicazione negli ultimi giorni relativi al rilascio di una licenza edilizia da parte dell’Amministrazione comunale di Castelli (Teramo) alla Fondazione Avalokita, del quale l’attuale Sindaco di Castelli dott. Enzo De Rosa afferma essere in dubbio la legalità, avendo rilevato interpretazioni e affermazioni imprecise o erronee in svariate fonti, desideriamo precisare quanto segue:
– Il progetto di costruzione di un Centro di meditazione e vita consapevole, nella tradizione buddhista insegnata dal candidato Nobel per la Pace Thich Nhat Hanh….
«Siete buddisti? Niente licenza edilizia»
A Castelli, centro ceramico conosciuto in tutto il mondo, è guerra tra una piccola comunità di buddisti fedeli all’insegnamento del maestro vietnamita Thic Nhat Hanh e l’amministrazione comunale. Lo scontro ruota intorno a un progetto di ampliamento edilizio favorito dalla precedente giunta e ostacolato da quella nuova. Il sindaco, Enzo De Rosa, vorrebbe revocare la variante urbanistica con cui sono state concesse le prime autorizzazioni alla fondazione Avalokita, che rappresenta gli interessi della comunità.
Così è scoppiato un caso che alcuni non esitano a definire d’intolleranza religiosa, anche se il primo cittadino non ci sta a sedere sul banco degli imputati. «Semplicemente non ravvisiamo l’interesse pubblico», si affretta a precisare, annunciando esposti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica contro le licenze concesse dalla precedente amministrazione.