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Da Teramo a Singapore passando per il Giappone
C’è paese e paese. Ma di casa ce n’è una sola. C’è tuttavia chi, pur distinguendo i due concetti, si sente cittadino del mondo. E, privo di quella diffusa malattia che viene scambiata per attaccamento alle radici ma forse è più simile (banalmente) a uno stato di pigrizia mentale, va libero per il mondo perchè del globo intero e non di una parte di esso si sente a pieno titolo abitante. Uno di questi è Enrico Pelillo, un allegro e divertente professionista teramano che non ha avuto paura di aprire la propria mente quando di globalizzazione, soprattutto nel mercato del lavoro, non si parlava ancora. Lo abbiamo intervistato via facebook e così le sette ore di differenza a nostro svantaggio quasi non si sono avvertite.
«Ecco perché resto in Giappone»
Storieabruzzesi.it ha contattato via Facebook Enrico Pelillo, ingegnere teramano da dieci anni in Giappone, chiedendogli di raccontare la sua personale esperienza del devastante terremoto che ha colpito il Paese. Pelillo ha accettato di rispondere alle nostre domande. Il risultato è questa intervista che vi proponiamo integralmente.
Enrico, dov’eri quando è arrivata la scossa più forte?
«Ero a casa, lavorando al pc su alcuni documenti. Per intenderci, a Kobe, dove vivo, che è a circa 800 chilometri dall’epicentro, la scossa non si è nemmeno sentita. Però il sistema di allerta giapponese, tra i più efficienti al mondo, ha trasmesso la notizia del terremoto su tutti i canali tv e radio immediatamente (roba di secondi). Letta l’entità della scossa, ho capito immediatamente che si trattava di qualcosa di importante, non le solite ‘scossette’ cui ci si abitua da queste parti».
Il jazz abruzzese che scala le classifiche in Giappone
Ha la passione per il jazz, suona il pianoforte da una vita, compone canzoni. I suoi brani sono cantati da noti personaggi del mondo della musica come Mario Biondi, Gino Vannelli, Fabio Concato, Iva Zanicchi e Peppe Servillo. Incide anche per l’etichetta giapponese Atelier Sawano e l’ultimo suo lavoro (Luna del sud) è stato per una settimana, dal 19 al 25 gennaio, nella classifica Billboard giapponese tra gli “Hot Shot Discs”, cioè i dischi più richiesti. Segni particolari: non dimostra i suoi quaranta anni compiuti.
Se infatti chi scrive torna indietro con la memoria agli anni ‘90, quando il musicista di cui parliamo organizzava l’Interamnia Jazz Festival insieme all’amico Ernesto Di Nicola (una persona intelligente ed amabile che ora purtroppo non c’è più), si accorge che il tempo passa inesorabilmente ma non per alcuni.