Il sisma e i bambini. «Vorrei ricostruire Tempera…»
Un video per raccontare come i bambini aquilani sognano il loro futuro, cosa pensano della loro città e del terremoto che l’ha distrutta quattro anni fa, come giudicano l’informazione dei media al riguardo. Lo ha realizzato e diffuso in questi giorni il Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) Abruzzo. S’intitola «I cartoni mi piacciono di più» e contiene una serie di interviste agli alunni delle scuole elementari Galileo Galilei di Paganica e di Capitignano, due delle frazioni dell’Aquila più colpite dal sisma.
Il video è nato da un’idea del presidente del Corecom Abruzzo Filippo Lucci ed è stato realizzato dal regista Marco Chiarini con la produzione tecnica di Riccardo Del Palazzo (Dmen). I bambini ricordano quei momenti terribili ma immaginano un futuro diverso. «Il mio sogno è diventare surfista», «Io vorrei fare il cantante», «Io voglio pattinare». Sembrano dichiarazioni simili a quelle che farebbero a quell’età tutti i bambini…
… Poi, però, ascoltandole tutte, ci si rende conto che la loro infanzia è stata segnata da un trauma profondo. «Io vorrei ricostruire Tempera», dice una bambina. «Il mio sogno? Spegnere incendi» le fa eco un piccolo studente. «Il mio sogno è quello che tutti stiano bene e siano felici», confessa alle telecamere una loro amichetta. A questi pensieri si alternano anche i giudizi, non sempre positivi, su come hanno visto raccontare il terremoto: «Alcuni tg dicono cose vere, altri no. Per esempio, hanno detto cose vere raccontando la tragedia delle case crollate, i morti… Non era vero, invece, che nelle case anti-sismiche andava tutto bene. Quella volta i tg non hanno raccontato la verità». Oppure: «Non tutti i tg hanno raccontato bene quello che succedeva, io ho visto alcune cose in tv e poi sono andato a vederle da vicino perché ero lì, e ho notato che non tutto quello che avevo ascoltato al Tg corrispondeva al vero…».
In alcuni casi il giudizio è dettato anche dall’idea che il mondo dell’informazione non debba necessariamente far vedere scene di distruzione e morte per rispetto al dolore dei sopravvissuti. «Il video – spiega il presidente del Corecom Abruzzo Filippo Lucci – evidenzia le difficoltà da parte dei minori di affrontare l’intervista, non tanto per le telecamere e il microfono, quanto per l’oggetto: il terremoto, la ricostruzione e il loro futuro e come è stata raccontata questa tragedia». Il documentario segue uno studio che il Corecom Abruzzo realizzò nel 2010 insieme all’Osservatorio di Pavia e a un gruppo di psicologi abruzzesi del Sipef. «L’obiettivo – prosegue Lucci – era quello di indagare l’impatto delle immagini del terremoto sui minori, facendo una comparazione tra i ragazzi che avevano vissuto sulla propria pelle il sisma e quelli che invece l’avevano recepito attraverso la televisione. La sintesi è che entrambi avevano vissuto un trauma, anche se diverso. Da qui abbiamo pensato di rendere i bambini protagonisti e di far raccontare loro questa esperienza e anche la concentrazione di attenzioni da parte dei media e quindi il rapporto tra minori e tv».
Nicola Catenaro
Da Corriere.it del 6 aprile 2013 (GUARDA IL VIDEO)
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