L’abruzzese che ha scelto a tavolino il Paese in cui vivere
Mauro Rizzello ha 44 anni, lavora in Tesla, ad Amsterdam, dove in qualità di tecnico (“service technician” è la sua qualifica) mette a punto in officina le strabilianti supercar elettriche di Elon Musk e, nel tempo libero, fa il deejay e va in bici. Mauro ha origini abruzzesi, viene da Pescara, l’ha lasciata senza pensarci due volte dopo aver deciso a tavolino, in base ai suoi gusti e alle sue esigenze, il Paese in cui vivere. E nella sua testa si è materializzata l’Olanda. È accaduto dopo aver preso coscienza del fatto che l’Italia, nonostante i vari tentativi, non si adattava al suo spirito, al suo modo di essere e ai suoi sogni.
L’Abruzzo gotico che assomiglia a un racconto di Poe
Non capita tutti i giorni di imbattersi in chi ha una passione analoga alla propria. Se poi la passione si rivela gemella, il caso è unico. Pensavo peraltro di essere tra i pochissimi, attualmente, a osservare la mia regione, l’Abruzzo, con gli occhi di scrittori come Poe o Lovecraft, e a cercare di estrapolare da questa visione un progetto culturale o dei semplici racconti in stile. Poi, giorni fa, navigando sui social, ho scoperto che esiste una pagina Facebook Gotico Abruzzese. E che a questa pagina corrisponde un blog, pieno di immagini e suggestioni meravigliose. Un reperto prezioso. Da autentici collezionisti. Abbiamo indagato. Ecco cosa ci ha risposto Antonio Secondo, editor e fondatore del progetto.
Ciro il Lupo e il viaggio alla ricerca di noi stessi
«Tutto quello che mi circondava scomparve. I rumori del bosco e il canto degli uccelli si spensero all’improvviso perché esistevano solo loro, esistevano solo i lupi… Nei loro occhi color ambra non c’erano paura e neppure aggressività ma solo curiosità. La natura amica mi stava facendo un dono di inestimabile valore e la magia di quel momento impresse dentro di me un’impronta indelebile». Chi parla, anzi chi scrive è Ciro Manente, Ciro il Lupo per gli amici, e il passo che riportiamo è tratto dal suo libro “Sulle tracce dei lupi” (Ricerche&Redazioni, 2018, 112 pagine), il racconto della sua esperienza nel profondo della natura abruzzese, tra boschi intricati e alte cime dorate di sole o umide di ombra.
Banco Alimentare, venti anni di «bene fatto bene»
Passato, presente e futuro in quattordici pannelli. Si intitola “C’è qualcosa di grande tra di noi. Il Banco Alimentare dell’Abruzzo: da 20 anni tra la gente, accanto ai poveri” la mostra documentaria realizzata in occasione del ventennale della sede abruzzese, a cura del giornalista Piergiorgio Greco, in esposizione nella sede centrale di via Celestino V a Pescara. Un affascinante percorso che ricostruisce le origini e i passi successivi con interviste, testimonianze, documenti, foto e numeri, e racconta cosa è oggi il Banco Alimentare dell’Abruzzo: una realtà stimata, in grado di affiancare con efficacia ed efficienza una rete di enti convenzionati di Abruzzo e Molise che assistono oltre 47 mila indigenti nelle due regioni.
Antonio, l’ultimo custode del paesino «Questa è casa mia, non la lascio»
La piazza dove sorge la chiesa di San Michele Arcangelo è deserta. Il borgo di Castiglione della Valle, frazione di Colledara, comune teramano ai piedi del Gran Sasso con circa duemila abitanti (di cui 122 ora sfollati), risulta abbandonato dal terremoto del 6 aprile 2009. Se non fosse per Antonio Di Luigi, classe 1930, l’unico residente rimasto, così testardo da rifiutare i continui inviti del nipote Manuele Tiberii (che è anche il sindaco di Colledara) ad abbandonare la zona rossa, questo sarebbe un paese fantasma, uno dei tanti dell’Abruzzo montano.
La vita di un disabile raccontata da un disabile
La vita, i sentimenti, le difficoltà, le gioie e, a volte, la disperazione di un ragazzo affetto da tetraparesi spastica, raccontati con la sua voce, i suoi occhi, i suoi stessi movimenti. Un’opera che ha colpito e intenerito allo stesso tempo. S’intitola “Flusso di coscienza” lo spettacolo, patrocinato dalla Regione Abruzzo, che è stato allestito nel teatro Comunale di Atri, sabato 15 e domenica 16 ottobre, e che narra, con chiarezza e lucidità, la storia vera di un ragazzo diversamente abile. Un successo, se si considerano il calore e la partecipazione con cui lo spettacolo è stato accolto.
Compie cent’anni (ed è abruzzese) l’auto più rara
Cilindrata 1470, motore monoblocco a 4 cilindri, 3 velocità, potenza 10 HP, velocità massima 75 chilometri l’ora. Sono le caratteristiche di questo modello, costruito in soli tre esemplari al mondo per incarico di Bugatti Citroen, che realizzò tali prototipi nel 1916 con caratteristiche uniche, prima di avviare la produzione in serie della classica “Docteur” nel 1919.
Dei tre prototipi iniziali, questo è l’unico esemplare sopravvissuto fino ai nostri giorni. Da ricerche effettuate in Francia, risulta che una delle tre vetture fu requisita e utilizzata nella Grande Guerra per rifornire il fronte mentre l’altra è appartenuta ad un medico francese che la distrusse in un incidente stradale.
Architetti d’Abruzzo in festa all’Arca
Al via la 1° “Festa dell’Architettura d’Abruzzo: archiTEtture_visioni contemporanee”, promossa dalla Federazione degli Ordini degli Architetti di Abruzzo e Molise e dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Teramo, in collaborazione con quelli di L’Aquila e Chieti e l’Agenzia per l’Architettura d’Abruzzo.
L’evento, in corso negli spazi de L’Arca, in largo San Matteo, a Teramo, si propone di approfondire “processi, visioni, luoghi, risorse” e coinvolgere la cittadinanza in un “percorso di partecipazione e dialogo”.
Marcoaldi e l’Abruzzo che somiglia a Caravaggio
Due anni di lavoro, 16mila chilometri percorsi, 46 località e 81 modelli. Sono i numeri dell’imponente lavoro realizzato dal fotografo Giorgio Marcoaldi in “Abruzzo, Terra di Emozioni” (MG edizioni, 2016, pagg. 132), che sarà presentato al pubblico sabato 11 giugno, alle ore 18, al Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.
Il volume, tradotto anche in inglese, racconta in 59 quadri fotografici (ve ne allego 4, copertina compresa) altrettante storie di gente abruzzese, in una narrazione storica che va dai Sanniti ai giorni nostri.
Marcoaldi si serve di location tipiche poco conosciute, che fanno da sfondo a modelli non professionisti (dall’ultraottantenne al neonato) immortalati in scene di vita quotidiana, in ambienti domestici immutati nel tempo, storici o paesaggistici.
Se l’amante (assente) è Gabriele D’Annunzio
“Il Ritratto dell’Amante” è il titolo della mostra personale dell’artista teramana Antonella Cinelli che sarà allestita al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. La mostra sarà visitabile nella storica dimora appartenuta a Gabriele D’Annunzio dal prossimo 4 giugno al 30 settembre 2016. La personale sarà allestita in particolare a Villa Mirabella, situata all’interno del parco monumentale della casa museo donata dal vate agli italiani e ora gestita dalla Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”.
Una personale nella quale il luogo e il tema si fondono e confondono dato che “Il ritratto dell’amante” intende indagare il mondo femminile che circondò il celebre poeta, cercando di tracciare i contorni di quattro donne legate al vate. Quattro personalità uniche che con D’Annunzio ebbero uno scambio inteso d’amore e arte: Eleonora Duse, Elena Sangro, Ida Rubinstein e Luisa Casati Stampa.