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Orrore a Pizzoli: stupro all’uscita della discoteca
La sua spensieratezza si è spenta nel parcheggio antistante una discoteca di Pizzoli, in provincia dell’Aquila, a una temperatura che da quelle parti e di questi tempi scende ben al di sotto dello zero, intorno alle 3.30 di notte. Una ragazza di vent’anni è stata stuprata in «maniera selvaggia». E ora è ricoverata all’ospedale San Salvatore del capoluogo abruzzese, in condizioni gravi anche se non in pericolo di vita. Un giovane è stato fermato per la violenza, ma avrebbe negato le accuse, parlando ai Carabinieri di un rapporto sessuale consenziente. Era stato fermato dal gestore e da un buttafuori del locale di Pizzoli. Nei suoi confronti non sono stati finora adottati provvedimenti. La sua versione, si apprende negli ambienti investigativi, dovrà essere confrontata con quanto dice la vittima e con gli esami tecnico scientifici. La ragazza, che è di Tivoli ma studia all’università dell’Aquila, è stata trovata questa mattina, nel retro della discoteca “Guernica”, dal proprietario del locale, Luigi Marronaro, il quale dopo la chiusura stava effettuando il solito giro di controllo prima di andar via. L’ha vista per terra, tra la neve, seminuda e in una pozza di sangue, e ha pensato che fosse morta.
«La solidarietà, il sale della vita»
Ernesto Olivero, nel 1964, fonda a Torino il Sermig (Servizio missionario giovani) e dà vita a una comunità che, da allora, serve a tempo pieno poveri, emarginati e persone bisognose. Dal 1983 la comunità trova la sua sede nel vecchio arsenale militare di Torino, una ex fabbrica di armi trasformata in Arsenale della pace grazie all’aiuto che viene offerto gratuitamente da tanti giovani. Dal 1986 è presente anche a San Paolo, in Brasile, con un centro di accoglienza per chi emigra dalle periferie alla città alla ricerca di opportunità, e nel 2003 apre in Giordania l’Arsenale dell’Incontro, in cui accoglie bambini, diversamente abili, musulmani e cristiani, offrendo loro cure mediche, inserimento scolastico, laboratori per l’avviamento al lavoro. Negli Arsenali vengono accolte mediamente oltre cinquemila persone al giorno e sfamate circa tremila. Quella che segue è l’intervista che Ernesto Olivero ci ha concesso in occasione dell’incontro con giovani e studenti – promosso da Comune e Centro Servizi per il volontariato di Teramo insieme alla Diocesi di Teramo-Atri – sul tema “Tra solidarietà e volontariato: vite rinnovate”.
Alfedena, quaranta cervi per le strade del paese
Quando si è affacciato alla finestra e li ha visti, non credeva ai suoi occhi. E ha chiamato subito la mamma Angelarosa, pensando forse di essere rimasto incastrato in un sogno tipico di chi, come lui, ha soltanto dieci anni. Quaranta splendidi cervi se ne andavano tranquilli in giro per Alfedena, paese nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo dove, in alcuni punti, la coltre di neve ha raggiunto un metro e mezzo di altezza. «Avevano perso l’orientamento – ha spiegato la madre del bambino – e, quando alcuni cani hanno cominciato ad abbaiare, si sono allontanati mettendosi in fila». Uno spettacolo eccezionale, che fa il paio con quello dei lupi avvistati nei giorni scorsi, in cerca di prede, nei pressi di ovili e pollai alla periferia di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea.
Io trapiantata, prigioniera della neve
Lei ora vorrebbe solo tornare a casa. E dimenticare questa brutta avventura. Un’odissea che è iniziata venerdì pomeriggio e che sembra quasi aver voluto aggravare, come per un diabolico scherzo, le personali disavventure di M.P., 31 anni, di Giulianova (Teramo), sottoposta nove mesi fa a un trapianto bipolmonare. La ragazza è bloccata da 48 ore a Carsoli, dove due giorni fa, senza che un cartello o altro indicassero a lei e ai suoi familiari che forse era meglio cambiare programma, il suo viaggio di ritorno da Roma si è fermato.
Nella Capitale era stata per un controllo di routine dopo il delicato intervento subito lo scorso maggio. Arrivati all’altezza di Carsoli, lei e i suoi genitori sono rimasti bloccati per ore insieme ad altre centinaia di automobilisti a causa della slavina caduta un’ora prima.
Quelle ruspe mai arrivate a L’Aquila
Sei mezzi per lo sgombero e la rimozione delle macerie, donati dalla Fiat alla Protezione civile a maggio del 2009, non sono mai arrivati a l’Aquila o nei territori colpiti dal terremoto. E nessuno sa ufficialmente dove si siano fermati (o siano stati “temporaneamente” parcheggiati) nel tragitto che da Torino li doveva portare in Abruzzo. Di questi mezzi per il movimento terra (un escavatore cingolato, un escavatore gommato, un miniescavatore, una pala gommata, una minipala compatta e un sollevatore telescopico, valore totale circa 860 mila euro) si sarebbe forse persa memoria se non fosse arrivata la denuncia del Conapo (il sindacato dei vigili del fuoco) dell’Aquila che, in una lettera indirizzata al responsabile di Case construction equipment (l’azienda del gruppo Fiat che ha donato le macchine) e inviata per conoscenza alla Protezione civile, al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi e allo stesso Dipartimento nazionale dei vigili del fuoco, lamenta il mancato perfezionamento dell’operazione.
Caso Straccia, la soluzione del mistero è sul ponte
Il mistero di Roberto Straccia, lo studente marchigiano scomparso a Pescara il 14 dicembre mentre faceva jogging e restituito cadavere dal mare a Bari il 7 gennaio, si nasconde in uno spazio di poche centinaia di metri. Ne sono ormai convinti gli inquirenti, i quali ritengono sia «ragionevole» pensare che la chiave dell’enigma è sul Ponte del Mare e nell’area portuale sottostante. L’ultima telecamera a riprendere il ragazzo, infatti, non è solo quella prima del ponte ciclopedonale tra le riviere nord e sud (che inquadra anche i due runners che lo inseguono e che hanno detto di non ricordare nulla). Sono infatti ora spuntate anche le immagini di due altre telecamere: quella della zona del porto che intercetta lo studente mentre sale sulla rampa di accesso del ponte e quella che, dallo stabilimento Apollo sulla riviera nord, subito dopo il ponte, immortala i due inseguitori di Roberto ma non lui.
«Straccia, nulla fa pensare a una fine cruenta»
«Ad un primo esame non c’è nulla che lasci presagire una fine cruenta». A parlare è il capitano Eugenio Stangarone, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Pescara, rispondendo indirettamente a chi pensa che Roberto Straccia – lo studente marchigiano di 24 anni il cui corpo, a distanza di 24 giorni dalla scomparsa, è stato trovato il 7 gennaio sulla costa barese – sia stato aggredito e ucciso da qualcuno. L’indagine, sottolinea Stangarone, non esclude alcuna pista. Tuttavia, anche se si attende l’esame autoptico, «non si può sottacere l’assenza di elementi lesivi esterni riconducibili alla volontà di terzi». Circostanza, questa, che allontana l’ipotesi che Roberto possa essere stato aggredito (o per esempio investito) e poi buttato in acqua. In ogni caso, se si esclude una fine violenta, non rimane che valutare la possibilità di un incidente o il suicidio.
Buon compleanno, storieabruzzesi.it!
Storieabruzzesi.it compie un anno. Per chi ha messo in piedi questa piccola realtà online, a metà strada tra un blog e un periodico d’informazione, è un grande successo. Non solo perché, nel mare magnum dell’offerta giornalistica su Internet, questo sito è riuscito a conquistarsi una piccola ma solida fetta di lettori (60 utenti unici al giorno non sono pochi per chi ha scelto di fare a meno della cronaca, tranne che in alcuni casi, e di puntare molto sulle storie, alle quali è dedicata una categoria del sito) ma anche perché da questo progetto sono nate e nasceranno altre iniziative. Come quella di un libro.
Si tratta per ora di un work in progress: le migliori storie raccolte da questo sito, dalla sua nascita a una data da definire, saranno raccolte in un volume che offrirà uno spaccato dell’Abruzzo all’ombra delle sue bellezze più significative (a partire dal Gran Sasso, che ci ha offerto lo spunto per disegnare il logo del nostro blog).
«Welfare, serve una rivoluzione culturale»
Pubblichiamo l’intervista a Luciano D’Amico, economista e preside della facolta di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo, apparsa sul numero di dicembre 2011 di “Cuore volontario”, magazine del Centro Servizi per il volontariato di Teramo. Nelle parole del docente, gli spunti per superare una concezione del welfare non più attuale.
Professor D’Amico, il welfare oggi è stretto tra risorse che vengono a mancare e necessità in aumento. È d’accordo?
«Direi che per valutare la congruità delle risorse destinate al welfare, bisognerebbe innanzitutto liberarsi di uno schema di valutazione che ci deriva dal Novecento…
Mobilitazione per Roberto, ma ricerche infruttuose
Sono state infruttuose le ricerche di Roberto Straccia, lo studente di 24 anni originario di Moresco (Fermo) scomparso sul lungomare di Pescara il 14 dicembre mentre faceva jogging. I carabinieri, insieme al battaglione mobile di Bari e ai volontari della Misericordia, hanno controllato alcune zone poco frequentate della città, in particolare l’area compresa tra la collina di San Silvestro e la pineta della Riserva Dannunziana, il lungofiume e una parte della spiaggia. Ispezionati edifici abbandonati e cantieri, tra i quali l’area dove si sta costruendo la nuova sede della Guardia di Finanza, nei pressi del porto turistico.
A Pescara grande mobilitazione degli amici di Roberto che, insieme a una cinquantina di volontari giunti persino da fuori regione, dopo un appello su Facebook, hanno svolto ulteriori ricerche dividendosi in squadre. Tra di loro, persone che non hanno mai avuto a che fare con lo studente ma che volevano rendersi utili, sperando di rintracciarlo e di portarlo a casa per il giorno di Natale. Al vaglio degli inquirenti, intanto, le segnalazioni che giungono in caserma.