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Alfedena, quaranta cervi per le strade del paese

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Cervi ad Alfedena (foto Ansa)

Quando si è affacciato alla finestra e li ha visti, non credeva ai suoi occhi. E ha chiamato subito la mamma Angelarosa, pensando forse di essere rimasto incastrato in un sogno tipico di chi, come lui, ha soltanto dieci anni. Quaranta splendidi cervi se ne andavano tranquilli in giro per Alfedena, paese nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo dove, in alcuni punti, la coltre di neve ha raggiunto un metro e mezzo di altezza. «Avevano perso l’orientamento – ha spiegato la madre del bambino – e, quando alcuni cani hanno cominciato ad abbaiare, si sono allontanati mettendosi in fila». Uno spettacolo eccezionale, che fa il paio con quello dei lupi avvistati nei giorni scorsi, in cerca di prede, nei pressi di ovili e pollai alla periferia di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea.

A un passo dalle abitazioni. Anche gli animali corrono rischi con il maltempo. «Molti – ha spiegato il coordinatore del Corpo Forestale dello Stato nel Parco, Luciano Sammarone – restano intrappolati nelle pozze e nei corsi d’acqua per il cedimento del ghiaccio, come l’esemplare di cervo maschio trovato morto nei pressi della diga di Barrea o gli altri animali trovati lungo il fiume Sangro, o addirittura nel bacino idrico per l’innevamento artificiale di Pescasseroli». Gli animali scendono a valle spinti dalle condizioni avverse dell’ambiente circostante. Spesso perdono anche l’orientamento. Il lupo è l’unico ad essere avvantaggiato in situazioni come queste: cervi e caprioli, sprofondando nella neve e rallentando la propria corsa, diventano facili bocconi.

Nicola Catenaro
Pubblicato l’8 febbraio 2012 su Corriere.it

di Nicola Catenaro

giovedì 09 Febbraio 2012 alle 8:59

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