Archivio per la categoria ‘Storie’
Radiosanit, storia di un’impresa sanitaria privata
Mario Verdecchia, fondatore e amministratore unico di Radiosanit, azienda con sede a Roseto degli Abruzzi che eroga servizi sanitari, si racconta. Dagli inizi come tecnico radiologo al Sant’Orsola di Bologna all’idea di creare una struttura polifunzionale. Oggi Radiosanit svolge tanti servizi e per alcuni di questi, in particolare la diagnostica per immagini, è convenzionata con la Asl ed affianca il pubblico cercando di sostenerne l’attività e di abbattere le liste d’attesa.
Mario Verdecchia, quando e com’è nata l’azienda?
«Nasce da un’idea, frutto della mia esperienza di tecnico radiologo presso il Sant’Orsola di Bologna. Lì ho lavorato per circa sei anni e poi sono tornato ad Atri, dove sono nato e dove risiedevo, per proseguire presso l’ospedale cittadino il mio lavoro. Mi sono accorto subito, però, che questa dimensione mi stava stretta. Il mio desiderio era di mettere a frutto diversamente l’esperienza accumulata».
Se il genio (informatico) ha nostalgia delle sue origini
Un genio teramano si nasconde nella Silicon Valley. Si chiama Vincenzo Di Nicola, ha 33 anni. È ingegnere informatico e si è trasferito negli Stati Uniti mentre era ancora studente all’università. Bologna, altri tempi. A San Francisco, una nuova vita. Lì ha fondato, insieme a un collega italo-americano, l’azienda “GoPago” (www.gopago.com), nota per aver sviluppato un’applicazione mobile per pagamenti tramite carte di credito, contanti e smartphone. L’idea gli viene quando, allo stadio dei Giants, durante una partita di baseball contro i Washington Nationals, finiscono le birre e il suo amico Leo si alza per ordinarle. Poco dopo, Barry Bonds batte il record di homerun segnati nella storia del baseball americano senza che Leo, in fila per le bevande, possa vederlo…
Io, mamma incompresa di una malata rara
Chiara è una bambina di 12 anni e vive a Giulianova (Teramo). E’ affetta da una malattia genetica rara, la glicogenosi 1a (poco più di cento casi in tutta Italia). È costretta a mangiare continuamente sia di giorno che di notte per evitare di cadere in ipoglicemia, con possibile insorgenza di convulsioni e coma, pertanto richiede una continua e attenta sorveglianza.
Ogni tre ore Chiara, con l’aiuto della mamma Gabriella che si alza due volte a notte per controllarla, deve fare lo stick glicemico e alimentarsi con un particolare latte privo di lattosio. Tutte le volte che vomita o ha la febbre, Gabriella e il marito portano di corsa Chiara al pronto soccorso dove le devono mettere una flebo di glucosio per tenerle i valori glicemici nella norma.
Condannato (ieri e oggi) per aver detto no alla guerra
Nel 1983 il suo «no» alla guerra gli valse il carcere. Oggi, a distanza di trent’anni, continua a procurargli guai. È la storia di Marco R., 51 anni, teramano, testimone di Geova che, per aver rifiutato di indossare la divisa (e non aver aderito in alternativa al servizio civile sostitutivo introdotto nel 1972), finì dietro le sbarre prima a Peschiera del Garda e poi a Gaeta. Fu graziato dal Presidente della Repubblica, ma non congedato subito. In questi casi, infatti, non avendo espiato l’intera pena, l’amministrazione militare continuava a richiamare gli obiettori di coscienza. Così Marco fu esonerato e posto in congedo illimitato solo nel 1991, per effetto anche del recepimento di alcune sentenze della Corte costituzionale. Per quasi otto anni, quindi, essendo formalmente riconosciuto alla stregua di un militare, non ha potuto partecipare a concorsi pubblici, non si è potuto trasferire all’estero neanche per motivi di lavoro ed è stato escluso dal sistema sanitario nazionale.
La mia vita contadina dipinta e scolpita nel cuore
Annunziata Scipione non è stanca della sua arte. Nonostante l’età avanzata, 84 anni suonati, trova ancora la forza di prendere in mano la matita (una normalissima Staedtler) e di rendere tangibili le cose che le suggerisce la sua fantasia. Quando la incontriamo, disegna sotto lo sguardo amorevole del figlio Piero, insegnante di educazione fisica con un passato da podista pluripremiato a livello nazionale. Ad Azzinano di Tossicia, il “borgo dei ricordi”, reso celebre dai dipinti murali di Annunziata e da quelli degli artisti che le hanno reso omaggio e che hanno fatto entrare la frazione nel “Club nazionale dei Paesi dipinti”, il tempo ha come rallentato il battito per attendere che lei partorisca ancora nuove opere.
Non è solo l’esposizione permanente a lei dedicata, nel palazzo Marchesale di Tossicia (purtroppo danneggiato dal terremoto), a tributarle gli onori….
Tinn, l’azienda che cresce investendo su se stessa
«Unindustria», magazine di Confindustria Teramo, ha intervistato Cesare Zippilli, amministratore delegato della società teramana produttrice di software per gli enti pubblici locali. Tredici anni fa, quando l’azienda era in difficoltà, furono lui ed altri cinque dipendenti a prendere in mano il futuro della Tinn. Da allora è stata una continua crescita.
Cesare Zippilli, amministratore delegato della Tinn Srl. Quando è nata l’azienda?
«TINN si costituisce nel 1998, ma il vero start-up dell’azienda avviene ad inizio del 2000, con l’avvento di una nuova composizione sociale ed un management tutto interno all’azienda. Insieme a me i soci dell’azienda sono Lamberto Di Francesco, Concezio Di Flavio, Carlo Di Musciano, Vito Termini e Pasquale Lovino, con i quali ci siamo fatti carico di prenderci sulle spalle questa società, e abbiamo iniziato a gestirla. Siamo insomma diventati imprenditori per necessità».
Da Bologna a Lecce (in bici) a suon di pizzica
Da Bologna a Lecce, percorrendo la Ciclovia Adriatica, percorso ciclabile che collega Ravenna con Santa Maria di Leuca. Questa la sfida che è iniziata ieri, 21 aprile, e si concluderà il 1° maggio a Martano (Lecce), di due ragazze abruzzesi, Nunzia Fina, di Luco dei Marsi, e Lucia Bruni, di Avezzano, bolognesi di adozione. L’evento è stato pubblicizzato su Facebook. Le due amiche invitano tutti gli appassionati della bicicletta che incontreranno lungo il percorso ad unirsi a loro, pedalando anche solo per un breve tratto, per accompagnarle in un’avventura che vuole valorizzare quello che potrebbe essere uno dei percorsi ciclabili continui più lunghi d’Italia.
Le due cicliste mapperanno, con il gps, il tracciato per contribuire alla definizione del progetto VE.LE.- per la ciclovia adriatica Venezia Lecce – nato all’interno dell’università di Teramo…
A caccia di fantasmi. Dopo Civitella, c’è Sant’Omero
Teramo provincia abitata dagli “spiriti”? Certo, perché no, se al turismo fa bene… Deve essere più o meno questa la riflessione degli amministratori locali che accolgono l’invito o chiedono l’intervento degli acchiappantasmi. Dopo la Fortezza di Civitella del Tronto, ultimo baluardo borbonico, anche alcuni luoghi particolarmente ricchi di “presenze” (compresa un’abitazione privata) a Sant’Omero sono diventati oggetto delle attenzioni di un gruppo di cinque “ghostbusters” italiani che, riuniti sotto la sigla Epas (European paranormal activity society) e nati un paio di anni fa, stanno conducendo indagini in tutto il Paese con l’aiuto di collaboratori locali. Spesso strizzando l’occhio ai sindaci, contenti di promuovere il turismo a costo zero…
«Batman veglia su Isernia». E il web impazzisce
C’è chi gli promette voti se si candiderà a sindaco, altri gli chiedono di riportare ordine «perché in strada non si sta più tranquilli». Qualcuno lo supplica di riparare una frana mentre ci sono ammiratrici pronte a indossare le vesti di Catwoman, la popolare donna gatto dei fumetti, al suo fianco. Ma Isernia, capoluogo di provincia con poco più di ventimila abitanti, non è come Gotham City. E il Batman molisano, con la crisi che c’è, ha lasciato in garage la batmobile e indossa un paio di sneakers al posto dei lucidi stivali. Così capita che molti si prendano beffe dell’uomo mascherato (ma potrebbe essere anche una donna) che, da qualche settimana a questa parte, affigge manifesti rassicuranti dicendo di vegliare sulla città e si fa immortalare con maschera e mantello in pose dimostrative che poi diffonde sul web.
A Pagliaroli la polenta buona come nell’Ottocento
La polenta buona come una volta. La polenta cucinata con il mais che i nostri bisnonni, i nostri nonni e forse ancora i nostri genitori gustavano. E che qui si è fermata, visto che già figli e nipoti non hanno avuto la fortuna… La polenta che non c’è più. Buona e genuina come solo nell’Ottocento… Forse è stata colpa (o merito) di questa latente nostalgia se la Pro Loco di Pagliaroli, frazione del comune di Cortino (Teramo), ha deciso di dare un contributo alla salvaguardia della biodiversità con un’iniziativa per il recupero e la messa in rete della coltivazione del mais nostrano.
Tutto è partito dal recupero del seme, che fortunatamente alcuni agricoltori locali avevano conservato. Il seme del mais nostrano è stato piantato grazie ad alcuni volenterosi ed è stato così possibile di nuovo assaggiare la polenta di una volta oltre che, come era nelle intenzioni della Proloco, dar vita a una filiera produttiva che muove dall’origine fino al prodotto finito passando attraverso i processi di raccolta, trasformazione e di conservazione.