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Archivio per la categoria ‘Storie’

Compie cent’anni (ed è abruzzese) l’auto più rara

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Il prototipo della "Docteur" del 2016 in mostra a Teramo

Il prototipo della “Docteur” del 2016 in mostra a Teramo

Cilindrata 1470, motore monoblocco a 4 cilindri, 3 velocità, potenza 10 HP, velocità massima 75 chilometri l’ora. Sono le caratteristiche di questo modello, costruito in soli tre esemplari al mondo per incarico di Bugatti Citroen, che realizzò tali prototipi nel 1916 con caratteristiche uniche, prima di avviare la produzione in serie della classica “Docteur” nel 1919.

Dei tre prototipi iniziali, questo è l’unico esemplare sopravvissuto fino ai nostri giorni. Da ricerche effettuate in Francia, risulta che una delle tre vetture fu requisita e utilizzata nella Grande Guerra per rifornire il fronte mentre l’altra è appartenuta ad un medico francese che la distrusse in un incidente stradale.

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Scritto da Redazione

giovedì 16 Giugno 2016 alle 9:07

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La Bottega di Alessia e quei consigli di nonna Annina

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Alessia Bracciale

Alessia Bracciale

Tutelare la tradizione agroalimentare abruzzese, promuovere i prodotti a chilometro zero e far incontrare le tipicità locali con i sapori di altre regioni d’Italia. Nasce con questi scopi “Bottega Abruzzo”, un progetto imprenditoriale di Alessia Bracciale, ex allieva dell’Its Agroalimentare Teramo (uno dei quatto istituti tecnici superiori presenti in regione) e da qualche mese titolare di una realtà imprenditoriale realizzata con un proprio marchio nell’azienda di famiglia.

Lo spazio dedicato alla promozione e alla vendita dei prodotti agroalimentari sarà inaugurato mercoledì 27 aprile ad Ortona, in piazza della Repubblica 11, alle ore 10, con una mini degustazione a cui sono stati invitati anche rappresentanti istituzionali e altri operatori enogastronomici.

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Scritto da Redazione

lunedì 25 Aprile 2016 alle 10:31

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Una pietra ricorderà il sacrificio di Pepe

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La pietra d'inciampo che ricorderà Alberto Pepe

La pietra d’inciampo che ricorderà Alberto Pepe

Domani, martedì 12 gennaio, la città di Teramo sarà protagonista di una tra le più riuscite e significative iniziative degli ultimi anni in tema di memoria storica e arte. Come accade in molte città europee, anche a Teramo l’artista tedesco Gunter Demnig depositerà nel tessuto urbanistico e sociale una testimonianza diretta che costituisce un tassello della memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti.

L’iniziativa consiste nell’incorporare nel selciato stradale delle città, davanti alle abitazioni che sono state teatro di deportazioni, blocchi in pietra muniti di una piastra in ottone e recanti il nome dei deportati.

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Scritto da Redazione

lunedì 11 Gennaio 2016 alle 16:42

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Tutto iniziò con una valigia piena di pubblicità

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Gabriele Di Donato

Gabriele Di Donato

Si chiama Gabriele Di Donato e fa il copywriter da dieci anni. Ha lavorato a Milano, Roma e Torino (dove attualmente è al servizio di “Armando Testa”) per alcune delle principali aziende pubblicitarie italiane. Ha firmato campagne importanti e vinto premi in Italia e all’estero. Nel suo campo, inizia ad essere conosciuto. Non tutti sanno, però, che è nato a Teramo e qui torna, quando può, dalla sua famiglia. Lo abbiamo intervistato per capire il suo percorso, le sue scelte, i suoi gusti e il suo lavoro. E abbiamo scoperto che, per realizzare il suo sogno, partì da Teramo con una valigia piena zeppa di pubblicità finte. Un portfolio di proposte per grandi marchi, reinterpretate secondo i suoi gusti, che poi sottopose a grandi agenzie. Fu così che, almeno inizialmente, conquistò la fiducia dei suoi primi datori di lavoro.

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Scritto da Nicola Catenaro

sabato 13 Giugno 2015 alle 9:45

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«La ricerca mi aiuta a tenere viva la speranza»

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Daniela Di Giacomo

Daniela Di Giacomo

Daniela Di Giacomo, 38 anni, teramana, biologa. Ha lavorato anche in Francia e da poco ha vinto per la seconda volta consecutiva una delle borse messe a disposizione in Italia dalla Fondazione Veronesi per la ricerca contro il cancro. Ogni giorno parte alla volta dell’Aquila dove, presso il Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’Università, conduce la quotidiana battaglia contro il male che le ha portato via entrambi i genitori, mamma Franca e papà Giacomo. Era quest’ultimo, dopo la morte della madre, a incoraggiarla a studiare: «Continua perché solo continuando si fa il pezzo», diceva. E Daniela è andata avanti, scegliendo consapevolmente l’oncologia molecolare come campo di attività. Oggi si occupa in particolare dei geni, chiamati BRCA1 e BRCA2, che sono responsabili della predisposizione ai tumori della mammella e dell’ovaio. Quelli da cui, con le sue scelte drastiche (l’asportazione dei seni e dell’ovaio) che fanno discutere, fugge l’attrice Angelina Jolie.

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Scritto da Nicola Catenaro

sabato 18 Aprile 2015 alle 9:42

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Da Teramo a Singapore passando per il Giappone

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Enrico Pelillo

Enrico Pelillo

C’è paese e paese. Ma di casa ce n’è una sola. C’è tuttavia chi, pur distinguendo i due concetti, si sente cittadino del mondo. E, privo di quella diffusa malattia che viene scambiata per attaccamento alle radici ma forse è più simile (banalmente) a uno stato di pigrizia mentale, va libero per il mondo perchè del globo intero e non di una parte di esso si sente a pieno titolo abitante. Uno di questi è Enrico Pelillo, un allegro e divertente professionista teramano che non ha avuto paura di aprire la propria mente quando di globalizzazione, soprattutto nel mercato del lavoro, non si parlava ancora. Lo abbiamo intervistato via facebook e così le sette ore di differenza a nostro svantaggio quasi non si sono avvertite.

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Scritto da Nicola Catenaro

venerdì 20 Febbraio 2015 alle 8:33

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L’ex frate che si oppose all’Antonianum chiede giustizia

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Giovanni Pavan

Giovanni Pavan

Questa è innanzitutto una storia di fatti e non di persone, su cui aleggia uno spesso velo di ingiustizia pur non potendosi dire con chiarezza dove siano i giusti o gli ingiusti o da quale parte sia la vera ragione. È la storia di Giovanni Pavan, nato a Treviso e residente a Teramo, anni 92, gran parte dei quali trascorsi a sondare le profondità della mente umana. Tanti i pazienti che sono transitati nel suo studio di psicoterapeuta. Una bibliografia imponente, che conta numerose pubblicazioni sulla psicoterapia e su altri argomenti relativi all’aggiornamento post-conciliare della Chiesa. Un curriculum ricco di tante altre esperienze oltre che dell’infinita passione per la ricerca che ha contraddistinto tutta la sua vita.

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Scritto da Nicola Catenaro

lunedì 26 Gennaio 2015 alle 0:39

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L’avvocato “velista” che gareggia solo in serie A

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Sergio Quirino Valente

Sergio Quirino Valente

Non è Sergio Valente il parrucchiere delle dive, scherza lui, ma Sergio Quirino Valente. Avvocato di quarta generazione: padre avvocato, nonno idem, persino il bisnonno esercitava la professione. “Avvocato velista” si definisce, ma è sempre la sua vena ironica a farla da padrone. Grande organizzatore, ha tre passioni fondamentali: la legge (di cui vive), lo sport e la musica.

Sergio Quirino Valente, iniziamo dall’uomo di legge. Come è diventato avvocato?

«Devo dirle la verità: nella mia testa non dovevo fare l’avvocato. Mio padre, per sua passione, mi aveva indirizzato verso due strade: la musica e gli studi di giurisprudenza. Così mi diplomai in pianoforte e mi laureai in legge. Ma la mia vita era la musica. E io onestamente pensavo che avrei fatto il musicista. A venticinque anni, però, mio padre morì e la mia vita cambiò. Rimasi con mio zio, anche lui avvocato. Ma sentii ugualmente una grande responsabilità sulle spalle. Era il 1980. Da lì è iniziata la mia carriera».

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Scritto da Nicola Catenaro

venerdì 12 Dicembre 2014 alle 10:24

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Chionchio, l’handball e quell’occasione sprecata

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Franco Chionchio

Franco Chionchio

Qualche anno fa, a Milano, davanti a una gigantesca cotoletta, un collega mi disse: «Ah, sei di Teramo… Che fa ora il grande Chionchio?». Non sapevo rispondere e mi vergognai un po’. Non mi sono mai occupato molto di sport (basket a parte) e conoscevo solo di nome Franco Chionchio. Colpa mia. I giornalisti dovrebbero sapere tutto o quasi della propria città, osservarla in ogni sua espressione e conoscerne la storia. Nascosi l’umiliazione dietro l’orgoglio per il fatto che lui, Chionchio, avesse portato il nome di Teramo molto al di fuori dei confini regionali. Il collega, che allora dirigeva la redazione milanese di La7, mi parlò della sua ammirazione per l’ex capitano (e futuro allenatore) della Nazionale italiana di pallamano. È trascorso un po’ di tempo, credo di dovere questa intervista all’uomo e, forse, anche al giocatore.

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Scritto da Nicola Catenaro

sabato 29 Novembre 2014 alle 17:33

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«Il vino era il sogno di mio padre, io l’ho realizzato»

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Nicola Di Sipio brinda con il suo champagne

Nicola Di Sipio brinda con il suo champagne

«Rigeneravo ganasce usate che poi vendevo alle officine meccaniche», racconta Nicola Di Sipio nella pace della sua tenuta, un’oasi di verde poco sotto Ripa Teatina, tra Chieti e Pescara.  Da qui si vede anche il mare, una bellezza. Il futuro imprenditore parla di quando aveva 29 anni, un diploma di perito tecnico industriale in tasca e tanta determinazione. Cercava un lavoro, il “suo” lavoro. Non immaginava, Nicola, figlio di un mezzadro, dove sarebbe arrivato. E soprattutto che, a metà  del percorso, i successi imprenditoriali gli avrebbero consentito di realizzare anche i sogni del padre: acquistare la tenuta dove lavoravano insieme e farne un gioiellino capace di produrre e vendere vini di qualità anche all’estero.

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Scritto da Nicola Catenaro

venerdì 31 Ottobre 2014 alle 10:35

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