Lo votano anche da morto e arriva al ballottaggio
Il candidato sindaco è morto, stroncato da un infarto due settimane prima delle elezioni, ma viene premiato ugualmente dagli elettori con 3.255 voti e il 21,8% per cento dei consensi. È accaduto a Sulmona, dove si è piazzato secondo e sarebbe andato al ballottaggio Fulvio Di Benedetto, ingegnere molto conosciuto e molto amato in città, accasciatosi a terra e deceduto il 15 maggio nel corso di un drammatico incontro pubblico con gli altri candidati, se le regole in questo caso non favorissero il terzo classificato.
La norma, per i Comuni sopra i quindicimila abitanti, non prevede infatti il rinvio del voto in seguito alla morte di uno dei concorrenti alla carica di sindaco. E Sulmona, la città di Ovidio, che con i suoi 25.170 abitanti è il terzo comune più popoloso della provincia dell’Aquila e il nono della regione Abruzzo, non ha fatto eccezione.
«Da lassù stai sorridendo… è il nostro tributo», è il post con cui i fedelissimi di Di Benedetto, nella pagina Facebook di «Sulmona Futura», una delle liste della coalizione «Sulmona Unita» collegate al suo nome, salutano il candidato scomparso. E ancora: «Ci davano per finiti e ora tutti ci cercano?». La partita infatti non è terminata. C’è il ballottaggio, che vedrà contrapposti per il centrosinistra Peppino Ranalli (4.890 voti e 32,7% dei consensi) e per il centrodestra Luigi La Civita (2.007 voti, cioè il 13,45% delle preferenze). Ovvero il primo e il terzo classificato, come stabilito dalla norma.
Fioccano ora i contatti e i tentativi di portare gli orfani di Di Benedetto a sostenere l’una o l’altra coalizione ancora in gara. Il centrodestra ci spera. «Adesso abbiamo il dovere morale di cercare di allargare la coalizione anche a Sulmona Unita» il commento a caldo del candidato pidiellino Luigi La Civita. La spaccatura interna al centrodestra, in effetti, con La Civita impegnato nel rivaleggiare con Enea Di Ianni (Fratelli d’Italia e lista «Il popolo di Sulmona»), poi fermatosi a 1.630 voti e al 10,92% di preferenze, ha pesato non poco sul risultato elettorale, già «falsato» dalla morte dell’ingegnere.
Non è escluso peraltro che i sostenitori di Di Benedetto promuovano azioni giudiziarie per invalidare le elezioni. Basta ascoltare Massimo Carugno, segretario regionale del Psi, il partito che insieme a quattro liste civiche forma la coalizione «Sulmona Unita», il quale definisce una «bestialità normativa» la norma che non ha consentito il rinvio delle elezioni e afferma senza mezzi termini che «il 26 % degli elettori sulmonesi, nonostante le grosse prospettive di vittoria, è stato indebitamente escluso dalla dialettica politica». Le vicende legate alla morte di Di Benedetto hanno offuscato gli altri due dati elettorali di rilievo: il flop del Movimento Cinque Stelle, nelle precedenti consultazioni politiche primo in città e ora fermo ai 526 voti (3,52%) di Gianluca De Paolis, e la deludente performance di Palmiero Susi, ex presidente della Provincia dell’Aquila, che con nomi di peso in lista ha raggiunto solo 1.062 preferenze e superato di poco il 7 per cento.
Nicola Catenaro
Da Corriere.it del 28 maggio 2013
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