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Voli militari sul Gran Sasso, camosci in pericolo

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Elicotteri sul Gran Sasso

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota dell’associazione Mountain Wilderness sui “voli di guerra” sopra il Gran Sasso e a Campo Imperatore:

Ancora una volta siamo costretti a registrare come Il Gran Sasso d’Italia sia trasformato in una location per giochi di guerra. Non è la prima volta che le associazioni sono costrette a denunciare il volo di elicotteri da guerra sopra il Corno Grande e Campo Imperatore, voli che coinvolgono anche le vette del Monte Camicia e del Monte Prena. L’esercito spesso per tali voli non richiede alcuna autorizzazione, utilizzando la scusa della “segretezza di azioni militari”.

 

Non è più tollerabile – spiega Massimo Fraticelli del Direttivo Nazionale di Mountain Wilderness Italia – I problemi ambientali causati dai voli degli elicotteri dell’esercito sono molto gravi: provocano danni alla fauna selvatica, i camosci che spesso si trovano su tali versanti sono costretti a spostarsi in altri luoghi in
velocità correndo di roccia in roccia, talvolta dovendo far correre i loro piccoli – continua Massimo Fraticelli
– I voli di elicotteri, così come l’esercito li attua, in certe condizioni meteorologiche possono provocare anche
il distacco di valanghe, soprattutto in questo periodo, con le brutte conseguenze che scialpinisti potrebbero
trovarsi a vivere. Inoltre il rumore rompe il silenzio, disturba chi vive la montagna cercando di apprezzare i
suoi necessari silenzi, la quiete che porta l’ascolto dei mille versi di animali, per non considerare i continui
disturbi agli alpinisti impegnati in salite e vie di arrampicata anche di notevoli difficoltà”.

L’associazione Mountain Wilderness Italia intende sollecitare alle autorità competenti una soluzione
definitiva al problema. Non è più possibile accettare tali pratiche all’interno di un Parco ed in particolare
all’interno di zone di alto valore ambientale. “Chiederemo al Ministro dell’Ambiente di affrontare il problema
delle esercitazioni militari all’interno di aree protette, in Abruzzo come altrove – afferma il Presidente
Nazionale Carlo Alberto Pinelli – Invieremo una lettera specifica al Ministro e chiederemo ai parlamentari
abruzzesi di sottoscriverla. Contemporaneamente inoltreremo un nota informativa al Commissario Europeo
per l’ambiente visto che ci troviamo in zone Siti di Interesse Comunitario ed è messa in pericolo la
popolazione di Camoscio d’Abruzzo, per la tutela della quale l’Unione Europea spende molti soldi”.
“I montanari del Gran Sasso d’Italia, unitamente agli alpinisti hanno scritto negli ultimi quarant’anni pagine
civili contro l’assalto del cemento alla montagna più grande dell’Appennino, scegliendo l’alternativa della
conservazione della memoria storica dei luoghi e la tutela delle voci e dei suoni della natura – afferma Mario
Viola, responsabile Mountain Widerness Abruzzo – Il danno psicologico provocato ai camosci, ai fringuelli
alpini e alle aquile reali è molto elevato. Venti anni fa è ritornato il camoscio sul Gran Sasso per vivere i suoi
ritmi e le sue avventure. E’ ora che gli elicotteri si ritirino dalle vette e dagli altopiani del Parco prima che la
pazienza dei montanari, degli alpinisti e degli escursionisti si trasformi in protesta civile permanente”.
La presenza di un’area protetta ovviamente prevede che si abbiano comportamenti più adeguati al grado di
tutela che si deve adottare, tutti devono farlo: operatori turistici, amministrazioni, alpinisti, anche l’esercito
deve adeguarsi. La nostra associazione ha fatto della battaglia al disturbo da elicotteri in montagna una
propria caratteristica; è notizia di questi mesi come MW Italia sia riuscita a frenare il ricorso alla pratica
dell’eliski sulle Dolomiti, a maggior ragione dobbiamo fermare i voli dell’esercito.

di Redazione

lunedì 30 Aprile 2012 alle 10:49

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