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Un marito a carico. Per errore

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La sede del Comune di Montesilvano

Un disguido o un banale equivoco, a volte, possono cambiare radicalmente la vita di una persona. Ne sa qualcosa un’impiegata della provincia di Pescara che, alcune settimane fa, ha scoperto di essere sposata da quattro anni con un uomo straniero. Un «incidente» dovuto ad uno scambio di persona, mistero svelato. Robetta da niente, insomma, che però alla malcapitata è costato un iniziale spavento e un bel capogiro. Forse anche per il fatto che il presunto marito risultava a suo carico.

Alla sorpresa è seguita presto la consapevolezza dell’errore, commesso per la distrazione di uno degli addetti ai servizi anagrafici del Comune di Montesilvano. Un caso di omonimia …

… e il mancato controllo delle date di nascita – una sbadataggine di cui l’amministrazione si è già ampiamente scusata – ed ecco che lei, l’impiegata, risultava sposata dal 25 agosto 2007; mentre l’altra, la moglie vera, viveva libera da ogni vincolo coniugale. Anche se per quattro anni nessuno si è accorto di niente. Fino a quando l’interessata ha avuto bisogno di un certificato. Dopo due giorni di ricerche il mistero che avvolgeva la storia, nascosto nelle pieghe burocratiche del piccolo Comune, si è dissolto. Ma quanta fatica.

La verità, ha raccontato la donna all’edizione abruzzese de Il Tempo, è venuta fuori solo quando ha richiesto un certificato. Al momento di verificare i dati, è spuntata un’altra persona, identificata come lei tranne che per la data di nascita. Il Comune, ad onor del vero, ha subito ovviato al pasticcio «girando» i dati esatti all’Inps, il cui sistema informatico aveva consentito di rilevare l’incongruenza. «Sono cose che possono capitare, e comunque all’errore abbiamo rimediato chiedendo scusa» è stata la versione per la verità un po’ piccata fornitaci dall’Anagrafe. È andata peggio quando, sempre da queste parti, è deceduta un’anziana che, invece, risultava essere in perfetta forma. La donna non deve averla presa troppo bene se è vero – come riferito – che, dopo aver toccato ferro e dimostrato di essere viva e vegeta, si è rivolta all’avvocato per costringere l’amministrazione a risarcirla. Il conto? Seimila euro tondi tondi.

Nicola Catenaro

Pubblicato l’8 agosto 2011su www.corriere.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Nicola Catenaro

martedì 09 Agosto 2011 alle 7:48

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