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«La musica, la mia favolosa ossessione»

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Luca D'Alberto (photo by Claudia Petraroli)

Luca D’Alberto è un artista sorprendente. La sorpresa sta nel trovarlo sempre al fianco di grandi personaggi in vari campi, dal teatro alla danza o alla musica rock, senza vederne modificati negli anni né il carattere (fondamentalmente timido) né l’approccio alle cose che gli accadono intorno (allegro e spensierato, come sempre). L’espressione e i modi da eterno fanciullo, però, tradiscono le doti e il talento di un musicista colto, sensibile e raffinato. Ecco la sua (sorprendente) intervista-ritratto.

Luca D’Alberto, quando e come ha iniziato a suonare e perché?

«Ho iniziato da piccolissimo perché nella mia famiglia ci sono due meravigliose musiciste: mia madre e mia sorella. Ascoltandole suonare, chiesi di iniziare lo studio di uno strumento e scelsi la viola e il violino. Gli strumenti ad arco mi hanno sempre appassionato. Mi sono avvicinato anche alla Violectra 6 corde».

A chi deve un grazie per la sua formazione?

«Sicuramente a mia madre e mio padre».

Quali sono i suoi principali riferimenti musicali?

«La curiosità è il mio principale riferimento».

Il musicista con cui ha lavorato che ammira di più?

«Uno tra i tanti è Mike Garson, compositore e pianista di David Bowie, Smashing Pumpkins, NIN. Nonostante le sue esperienze, ha una grande capacità di ascolto e una grande umanità».

Con quale musicista del passato vorrebbe aver lavorato?

«Chopin».

Il suo sogno già realizzato?

«Essere entrato nella grande famiglia del Tanztheater “Pina Bausch”».

Il suo sogno ancora da realizzare?

«Non si può dire, magari porta male… ».

La musica: la sua pace o la sua ossessione?

«Mai domanda fu più giusta. Così come ti dà tanto: emozioni indescrivibili ed esperienze uniche, la musica toglie molto. Per inseguirla devi metterla al primo posto e fare molte rinunce».

Musica classica o musica leggera? Quale sceglie?

«Ogni musica fatta con senso del gusto, senza discriminazioni di sorta. La mia grande capacità è quella di ascoltare senza pormi limiti».

Musica o poesia? La prima comprende l’altra o la seconda comprende la prima?

«L’una dovrebbe perdersi nell’altra e molto dipende dalla capacità del poeta e del musicista di amalgamare le due arti. Sto collaborando con Rick Holland, poeta scozzese e collaboratore di Brian Eno, con il quale ho trovato corrispondenza di respiro. Inoltre Rick è davvero un esempio per quanto riguarda la musicalità messa in parole. Voglio dire che una sua poesia è già musica».

Ci sono persone musicali e altre meno musicali?

«Come per qualsiasi arte ci sono persone di talento e altre meno al di là del percorso di studio. Molti artisti autodidatti hanno fatto la storia della musica come e a volte più di altri che hanno seguito studi accademici. Questo perché l’istinto e il senso del gusto innato sono più forti di qualsiasi percorso».

Che rapporto vede tra arte e politica?

«Credo che ogni artista faccia politica nel senso di un impegno nei confronti della Bellezza. Anche chi non sceglie la via palesemente politica opera nel sociale, provando a comunicare sensibilità per cose apparentemente futili o lontane dalla vita pratica. In fondo l’attenzione perla Bellezzadovrebbe essere il punto di partenza e di arrivo di ogni essere umano. Il discorso ovviamente sarebbe molto più lungo e ricco di sfumature».

Che rapporto ha con Teramo e perché dice che è legato alla sua terra da connessioni magiche?

«Con Teramo ho un bel rapporto, è anche nella mia città che ho composto la maggior parte delle mie musiche che poi hanno risuonato nei teatri di tutta Italia e non solo. Penso alle musiche composte tra Teramo, Roma ela Germania:  il “Così è se vi pare”  e il “Re Lear” di e con Michele Placido, lo spettacolo teatrale dedicato a Puccini di Albertazzi, le mie composizioni per il Tanztheater “Pina Bausch” e tanto altro. La magia della mia terra nasce dal forte rapporto con la natura: la montagna, il mare così a poca distanza. A volte, percorrendola A24, mi chiedo quanto quello che da bambino consideravo scontato alla vista in realtà è speciale ed ha contribuito alla mia crescita artistica. Forse è proprio da lì che nasce la mia curiosità, in questa terra dove gli elementi naturali si fondono e si integrano».

Vive a Roma per scelta o per necessità?

«In realtà vivo a Roma perché condivido molte amicizie e contatti professionali, ma spesso sono fuori Italia per altri impegni artistici. Wuppertal, la città della Germania del Nord scelta da Pina Bausch per le sue creazioni, mi fa pensare molto a Teramo. A Pina hanno proposto città più blasonate come Berlino o New York ma è rimasta in questo piccolo centro fino alla fine, perché lì aveva maggiore ispirazione e tranquillità. A volte le piccole città, che apparentemente limitano o escludono, proteggono».

Come cambierebbe la sua città?

«Vorrei ci fosse maggiore carisma collaborativo e supporto, spesso ci si sente teramani e o italiani quando viviamo all’estero e sarebbe auspicabile alimentare consapevolezza e nuove sinergie in loco. È un discorso valido non solo per Teramo ma per tutta l’Italia».

 

CHI È

Compositore, Violectra 6 corde violista, violinista diplomato con il massimo dei voti, la lode e la menzione ministeriale, è Violectra Official Player al fianco di importanti artisti internazionali come Jean Luc Ponty e Nigel Kennedy. Nel mondo della musica classica, quale vincitore di selezione internazionale, ha collaborato con Bruno Giuranna, Simonide Braconi, Antonio Anselmi, Reiner Schmidt e con l’orchestra Cherubini diretta dal maestro Riccardo Muti. Collabora con Zentropa (casa di produzione di Lars Von Trier), Michele Placido, Giorgio Albertazzi, Rick Holland (poeta di fama internazionale e stretto collaboratore di Brian Eno), Mike Garson (pianista di David Bowie), Astrid Young (Neil Young), Deep Purple, Xabier Iriondo (Afterhours), Ditta Miranda e Damiano Ottavio Bigi (Tanztheater “Pina Bausch”), è ospite degli eventi organizzati dal Tanztheater “Pina Bausch” all’interno del Festival “Pina40”. Ora sta lavorando al suo primo progetto solista, “ESTASI”, con numerosi ospiti internazionali.

Nicola Catenaro

Intervista pubblicata su “La Città quotidiano” del 31 ottobre 2013

di Nicola Catenaro

giovedì 31 Ottobre 2013 alle 23:50

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