Rivivere l’incubo del terremoto a Modena
Vivere due volte l’incubo terremoto. Fuggire dallo strazio dell’Aquila e ritrovarselo a Modena. È accaduto a una giovane coppia di abruzzesi di 36 anni, Marco e Gabriella, lui impiegato precario nella pubblica amministrazione e lei lavoratrice occasionale. Dopo essere scampati al sisma del 6 aprile 2009, avevano deciso di ricominciare trasferendosi in provincia di Modena, un anno fa, insieme ai loro due bambini, ora di cinque e due anni.
La scossa li ha svegliati di nuovo, questa notte come quella notte. Fortunatamente non hanno riportato danni e stanno bene, ma la paura è stata tanta. Hanno rivissuto gli stessi momenti di terrore. Uno dei primi pensieri è andato al figlio più grande, costretto a ricordare già due devastanti terremoti. Entrambi studenti, Marco e Gabriella si sono conosciuti e innamorati all’università dell’Aquila, dove lui abitava.
La decisione di convivere arriva presto, accompagnata da tante speranze. Nell’attesa di trovare un lavoro stabile, si sistemano nella casa della famiglia di Marco con il figlio di appena un anno. Il terremoto spezza i primi sogni della giovane coppia, distruggendo l’abitazione ma risparmiando loro la vita.
Non è stato facile ricominciare. Come tanti, come tutti i residenti di quel gioiello architettonico ed artistico ridotto oggi a una città fantasma. A L’Aquila la storia della giovane coppia la conoscono in molti. È diventata un simbolo delle storture della macchina burocratica post-terremoto. Dopo un lungo periodo trascorso prima in tenda e poi in albergo, i due giovani presentano domanda per rientrare tra i beneficiari del Piano CASE e ottengono, riporta il sito d’informazione Abruzzo24ore.tv , quello che può considerarsi un “loculo”, più che un modulo, di 40 metri quadrati per tre persone. Ma lei è di nuovo incinta. Al sesto mese chiedono un alloggio più grande. «Fate nascere il bambino e ripresentate la domanda» è la risposta degli addetti allo sportello.
Della vicenda si interessa anche Stefania Pezzopane, ex presidente della Provincia e attualmente assessore alle Politiche sociali del Comune dell’Aquila. «Una situazione grottesca, dato che obbligava questa coppia ad aspettare la nascita del bambino non tenendo conto della gravidanza avanzata» ricorda oggi. Marco e Gabriella cercano un’abitazione in affitto alternativa al modulo da 40 metri quadrati. La trovano ma scoprono presto che quella casa – affittata al doppio del prezzo normale – è umida e quasi impossibile da scaldare. Così, con la nascita del secondo figlio, arriva la decisione di voltare pagina. A Modena avevano trovato la tranquillità, ma questa notte il terremoto li ha raggiunti per la seconda volta e costretti di nuovo a dormire in macchina. Dell’incubo scelgono di non parlare. Rimarranno però dove sono, hanno confidato a un amico, non vogliono più scappare.
Nicola Catenaro
Pubblicato su Corriere.it il 20 maggio 2012
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