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La Teramo virtuale e quei simboli imbarazzanti

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L'architetto Virtuvio nel progetto "Teramo virtuale"

Teramo è stata scelta per uno dei progetti più innovativi che l’Itabc, l’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del CNR, ha realizzato nell’ambito dell’archeologia virtuale.

Grazie ad un’applicazione 3D interattiva, fruibile anche attraverso tecnologia mobile (esiste per l’iPhone e per l’iPad, si chiama “Teramo Lite” ed è facilmente scaricabile dall’Apple Store), si può ripercorrere la Teramo romana o medioevale selezionando da una piantina i luoghi di interesse e, nei passaggi successivi, visualizzando foto, vecchi tracciati e informazioni relative alle varie epoche storiche e persino interagendo con personaggi del passato virtuali.

Ma… c’è un ma! Ed è rappresentato dalla polemica innescata da uno storico e scrittore locale, oltre che ex docente di filosofia presso il liceo classico cittadino, Elso Simone Serpentini, che ha protestato per l’inspiegabile presenza di simboli analoghi a quelli massonici sul petto dell’avatar che fa da guida nel percorso virtuale alla scoperta della città antica. I simboli quali sono? Compasso e squadra, come si può vedere nell’immagine che vi proponiamo e che abbiamo ripreso dal sito del Cnr: http://www.vhlab.itabc.cnr.it/Projects_teramo.htm

Serpentini, qualche giorno fa, è tornato alla carica, insieme all’associazione Teramo Vivi Città di Marcello Olivieri. Chi ha inserito quei simboli, riconducibili alla tradizione delle logge massoniche del Grande Oriente d’Italia (Goi)? Questo l’interrogativo e questa, il giorno dopo, la replica del Comune:

Come sottolinea la dott.ssa Eva Pietroni, coordinatrice del progetto Virtualcity, che ha curato direttamente, assieme ai suoi collaboratori del Dipartimento di Tecnologie applicate ai Beni Culturali del CNR di Roma, la grafica del progetto in 3D, il personaggio protagonista della narrazione é stato connotato con quelli che sono gli elementi storici della tradizione dell’architettura: il compasso, la squadra e la colonna dorica. E ciò perché, trattandosi di un architetto virtuale, esso accompagna il visitatore con un bagaglio di competenza e conoscenza che vanno identificati con simbologie appropriate e pertinenti…”.

Il messaggio dell’amministrazione è chiaro, resta tuttavia difficile non rimanere stupiti di fronte alla somiglianza quasi sconcertante che i simboli tradizionalmente utilizzati dalla massoneria hanno con quelli “indossati” dall’avatar.

Intanto l’architetto virtuale, a dispetto di quei simboli un po’ imbarazzanti,  continua a riscuotere successi un po’ ovunque. Nel corso dell’ultima edizione di “Archeovirtual”, la fiera delle tecnologie applicate ai beni culturali tenutasi a Paestum, i progetti più innovativi in questo ambito sono risultati essere quelli del Cnr e della società irlandese Noho Ltd, che hanno creato rispettivamente un’applicazione per Teramo e per Dublino già disponibile per iPhone e iPad.

La prossima tappa dell’archeologia virtuale del Cnr sarà Matera, dove i  ricercatori del laboratorio Itabc completeranno un progetto ancora più innovativo, sviluppando contenuti per ogni piattaforma. Compreso il telefonino di vecchia generazione, con cui si potrà accedere a una guida turistica vocale e a contenuti spediti via mms.

Nicola Catenaro


di Nicola Catenaro

sabato 15 Gennaio 2011 alle 19:02

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Pubblicato in Cronache

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