«Abruzzesi, contro l’illegalità scegliete i valori»
Il superamento della crisi che incombe sul nostro Paese impone il pieno recupero della legalità nei territori in cui vivono e operano cittadini ed imprese. Questa la convinzione da cui Confindustria Teramo è partita per organizzare il convegno dal titolo “Crisi economica e crisi dei valori: andiamo dove?”, tenutosi qualche settimana fa, nella sede dell’Associazione, a Sant’Atto, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Potito Randi.
L’iniziativa è nata, in particolare, dall’esigenza di riaffermare la legalità (a cominciare dalla gestione della cosa pubblica) quale valore irrinunciabile e requisito indispensabile per il progresso ed il benessere di ogni nazione.
Ospiti del convegno, due esempi viventi della lotta all’illegalità: l’ex prefetto e attuale senatore Achille Serra, già Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione nella Pubblica Amministrazione, e il presidente degli industriali siciliani, Ivan Lo Bello, il primo tra gli esponenti della Confindustria a dire, a chiare lettere, che “chi paga il pizzo” è fuori da Confindustria.
«I valori del nostro Paese sono completamente saltati – ha detto Serra rivolgendosi alla platea -, siamo di fronte ad una crisi devastante che investe il mondo della scuola e che mina alla base le famiglie. Bisogna coinvolgere la gente sul tema della corruzione. La guerra, in questo campo, si vince su due fronti: lavoro e scuola». Serra si è congratulato con Confindustria («Sta facendo un lavoro splendido») ed ha fatto i complimenti a Lo Bello, sottolineando come si debba dire grazie al suo coraggio se oggi, in Sicilia, il pizzo si paga meno. «Il rapporto politica-mafia – ha tuttavia avvertito – non è circoscritto al sud ma ha invaso l’intero territorio nazionale. La ‘ndrangheta ha messo radici in Lombardia dagli anni Settanta e la camorra attualmente si sta espandendo nel Lazio».
Il Sistema Confindustria, è stato ricordato, ha sempre tenuto una linea di condotta forte e determinata in favore della legalità e contro il degrado morale. Linea dettata dalla convinzione che solo in una economia governata da regole e valori è possibile una competizione leale e rispettosa che funzioni da stimolo per favorire l’innovazione e la crescita delle imprese.
«Il protocollo firmato dalla Confindustria e dal Ministero dell’Interno – ha detto a tale proposito il Presidente di Confindustria Teramo, Salvatore Di Paolo – costituisce la dimostrazione concreta che si sta procedendo in questa direzione, ma non bisogna dimenticare il presupposto fondamentale del convivere civile, cioè il fatto che è la somma dei comportamenti di ognuno a determinare il tasso di civiltà della nostra società».
Parole che Ivan Lo Bello, nel suo intervento, ha ripreso: «La crisi economica nasce da una crisi dei valori, dunque è necessario associare alla scelta economica altre ricette. La corruzione, infatti, seleziona le aziende peggiori mentre le regole servono ad avere mercati più efficienti. Idee e valori sono fondamentali per la crescita economica e civile del nostro Paese che, oggi, vive in un eterno presente, è lacerato ed ha paura del futuro».
Nel corso del convegno è stato scoperto il busto in bronzo, opera dello scultore faentino Giulio Ricci, che ritrae Potito Randi («Un pioniere dell’industria, un uomo la cui vita sociale ed imprenditoriale è stata contraddistinta da alti valori di integrità morale e rispetto delle regole», ha ricordato il presidente Di Paolo) e che sarà posizionato all’ingresso nel nucleo industriale di Sant’Atto. L’opera, realizzata in gesso nel 1954, è stata fusa in bronzo presso le fonderie di Verona sotto la direzione dello scultore Mastrodascio. Dell’eredità imprenditoriale di Potito Randi ha parlato durante il convegno l’economista ed ex parlamentare teramano Alberto Aiardi, ricordando dell’industriale la passione, il coraggio a la lungimiranza.
Nicola Catenaro
(Da “Unindustria”, magazine di Confindustria Teramo, dicembre 2010)